Bimba morta a Brescia, l'autopsia conferma: «Complicanze della malaria»

Giovedì 7 Settembre 2017
Bimba morta a Brescia, l'autopsia conferma: «Complicanze della malaria»

Dubbi non ce n'erano, ma l'autopsia ha confermato che Sofia è morta per le complicanze cerebrali della malaria. Restano invece le incertezze su come la bambina di 4 anni morta il 4 settembre a Brescia abbia contratto la malattia. Per cercare di dipanarle oggi si è mossa una delegazione di esperti del ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità, che è andata negli ospedali di Trento e di Portogruaro (Venezia). Il materiale l'hanno acquisito e i campioni biologici sono sotto sequestro, ma ci vorranno ancora giorni per avere gli esiti di alcune analisi e forse settimane per completare le verifiche.

Anche per quelle in corso da parte della magistratura, con i carabinieri del Nas a svolgere le indagini. Per la bimba intanto la Procura di Trento ha inviato stasera a Brescia il nulla osta per la sepoltura. Potrà dunque tornare alla famiglia per i funerali. Ma ci vorrà tempo anche solo per avere la relazione completa dell'autopsia, eseguita da Federica Bortolotti, anatomopatologa dell'Università di Verona e il professor Angelo Cazzadori, specialista in malattie infettive, i due periti nominati dalla Procura di Trento: hanno chiesto 60 giorni per completare la relazione. Le analisi in corso da parte dell'Iss sono intanto quelle per verificare se il Plasmodium falciparum, che risulta causa della malaria sia per Sofia che per gli altri pazienti ricoverati a Trento nello stesso periodo, sia dello stesso ceppo. Se così non fosse, non si potrebbe ipotizzare un contagio.

Per questa risposta l'Iss riferisce che ci vorranno alcuni giorni. Se il materiale biologico non fosse sufficiente, l'autopsia di oggi aveva, tra l'altro, anche lo scopo di raccoglierne altro. Da Portogruaro, dove la piccola era stata ricoverata prima che a Trento, mentre era in vacanza a Bibione, l'azienda sanitaria fa sapere che in quel periodo non aveva sintomi di malaria e alla Procura di Trento è arrivata dall'ospedale la comunicazione informale che non sono stati registrati casi recenti di malaria. Da Trento si avanza poi anche l'ipotesi di analizzare campioni del sangue di Sofia raccolti durante il primo ricovero, quando veniva curata per il diabete. «Se si trovasse la malaria con l'analisi genetica, significherebbe che l'incubazione era già in corso mentre noi non potevamo nemmeno sospettarlo, altrimenti il vettore resta da cercare qui» dicono il direttore generale dell'azienda sanitaria, Paolo Bordon, il direttore sanitario, Claudio Dario, e la primaria di Pediatria, Nunzia Di Palma, sottolineando che non trovano errori nei protocolli seguiti durante il ricovero.

La famiglia del Burkina Faso, di cui quattro componenti erano all'ospedale di Trento con malaria nel periodo di ricovero della bambina morta, è stata intanto sentita dal Nas per l'indagine della Procura di Trento. «Serve - ha spiegato il procuratore capo di Trento - per contribuire a ricostruire le tappe della vicenda, a mettere in ordine la storia della bambina morta.

Vorrei capire se si può accertare dove gli altri avevano messo i bagagli al ritorno dall'Africa, se ne avevano in ospedale, con che bagagli e di quali dimensioni avevano viaggiato».

Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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