Superbonus, approvato l'emendamento: cosa succede nella maggioranza? Forza Italia si astiene, Iv arriva in soccorso

Non sono mancate le polemiche in Aula

Mercoledì 15 Maggio 2024 di Ginevra Alberti
Approvato l'emendamento ma la maggioranza si spacca. Forza Italia si astiene, entra in soccorso Iv

Semaforo verde ieri dalla commissione Finanze del Senato per il terzo decreto di modifica del Superbonus, l'agevolazione fiscale introdotta a maggio 2020 dal governo Conte II, che consiste in una serie di meccanismi d'agevolazione, detrazioni e rimborsi per interventi di natura edilizia.

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L'emendamento votato ieri dal governo, passato con 10 voti a favore e 7 contrari, prevede l'obbligo di spalmare i crediti del Superbonus in 10 anni anziché in 4 anni con la retroattività dal primo gennaio alla data di conversione del decreto in legge. Ma non sono mancate le polemiche in Aula: si è così composta una diatriba che ha creato qualche scompenso nella maggioranza.

Maggioranza spaccata

Forza Italia ha esercitato pressioni e si è astenuta dal voto, mettendo in discussione la retroattività del provvedimento.

Nonostante le controversie, il decreto è stato alla fine approvato grazie al sostegno di Italia Viva. La premier Giorgia Meloni ha ribadito con fermezza la sua determinazione nell'andare avanti, con o senza Forza  Italia. 

«Bisogna disintossicarsi»

La premier sposa la Linea Giorgetti: negli scorsi giorni il ministro dell'Economia aveva dichiarato fosse necessario disintossicarsi dal Superbonus «come per la droga, è doloroso, ma qualcuno lo deve fare». E così il governo si era mosso per assicurarsi la maggioranza in commissione Finanze del Senato: La 'mossa' era stata decisa per superare l’impasse in cui il governo e una parte della maggioranza erano finiti a causa del no di Forza Italia alla retroattività del Superbonus. Anche ieri prima della seduta il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani aveva ribadito: «Se il Dl Superbonus non sarà modificato, voteremo contro». 

L'intervento di Gasparri

Il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri si è espresso sul tema: «C'è una questione di diritto, che ci lascia perplessi: gli effetti pregressi retroattivi di alcune norme. La vicenda del superbonus ha lasciato, incolpevoli, le imprese, le famiglie i condomini con vicende in corso. È questo che ci preoccupa». 

Patton astenuto

Anche il senatore delle Autonomie, Pietro Patton, non ha partecipato ai lavori di commissione Finanze del Senato sul Dl superbonus. E dopo aver incassato il volto favorevole ad un proprio emendamento, si è astenuto dal voto. 

Italia Viva in soccorso

A salvare la maggioranza ci ha pensato Italia Viva: la senatrice Dafne Musolino si è staccata dal fronte delle opposizioni e vota sì all’emendamento insieme a Fratelli d’Italia, Lega e gli altri gruppi parlamentari che sostengono il governo. È un sì decisivo perché ha compensato l’astensione di Claudio Lotito, unico rappresentante di FI in commissione. Finisce così 10 a 7 per la maggioranza, tra le proteste di Pd e 5 Stelle che hanno accusato il governo di aver «comprato il voto di una senatrice».

Garavaglia: «Tajani si chiarisca con Meloni»

Al voto ha partecipato anche il presidente della commissione Massimo Garavaglia (Lega), che per prassi non vota. Al temine della seduta Garavaglia è sbottato alla presenza dell’azzurro Maurizio Gasparri e ha poi attaccato Tajani: «Si chiarisca con la premier Meloni e proponga dove reperire le risorse. Questi continui attacchi all'esecutivo sono incomprensibili». 

Apertura oggi di Fi

Sembra che Forza Italia oggi voterà a favore del provvedimento in Aula. Lo ha fatto intuire il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio24. «Non c'è nessuno scontro, abbiamo fatto una battaglia di principio, abbiamo detto che in Italia non si possono approvare norme con effetto retroattivo - specifica - Questo non ha nulla a che vedere con la nostra volontà di modificare tutte le storture del Superbonus, o che non siamo d'accordo sull'azione per risanare i conti pubblici. Abbiamo detto solo che in questo caso particolare è una violazione di un principio giuridico base del diritto italiano, la non retroattività delle norme».

Ultimo aggiornamento: 13:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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