Semaforo verde ieri dalla commissione Finanze del Senato per il terzo decreto di modifica del Superbonus, l'agevolazione fiscale introdotta a maggio 2020 dal governo Conte II, che consiste in una serie di meccanismi d'agevolazione, detrazioni e rimborsi per interventi di natura edilizia.
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L'emendamento votato ieri dal governo, passato con 10 voti a favore e 7 contrari, prevede l'obbligo di spalmare i crediti del Superbonus in 10 anni anziché in 4 anni con la retroattività dal primo gennaio alla data di conversione del decreto in legge. Ma non sono mancate le polemiche in Aula: si è così composta una diatriba che ha creato qualche scompenso nella maggioranza.
Maggioranza spaccata
Forza Italia ha esercitato pressioni e si è astenuta dal voto, mettendo in discussione la retroattività del provvedimento.
«Bisogna disintossicarsi»
La premier sposa la Linea Giorgetti: negli scorsi giorni il ministro dell'Economia aveva dichiarato fosse necessario disintossicarsi dal Superbonus «come per la droga, è doloroso, ma qualcuno lo deve fare». E così il governo si era mosso per assicurarsi la maggioranza in commissione Finanze del Senato: La 'mossa' era stata decisa per superare l’impasse in cui il governo e una parte della maggioranza erano finiti a causa del no di Forza Italia alla retroattività del Superbonus. Anche ieri prima della seduta il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani aveva ribadito: «Se il Dl Superbonus non sarà modificato, voteremo contro».
L'intervento di Gasparri
Il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri si è espresso sul tema: «C'è una questione di diritto, che ci lascia perplessi: gli effetti pregressi retroattivi di alcune norme. La vicenda del superbonus ha lasciato, incolpevoli, le imprese, le famiglie i condomini con vicende in corso. È questo che ci preoccupa».
Patton astenuto
Anche il senatore delle Autonomie, Pietro Patton, non ha partecipato ai lavori di commissione Finanze del Senato sul Dl superbonus. E dopo aver incassato il volto favorevole ad un proprio emendamento, si è astenuto dal voto.
Italia Viva in soccorso
A salvare la maggioranza ci ha pensato Italia Viva: la senatrice Dafne Musolino si è staccata dal fronte delle opposizioni e vota sì all’emendamento insieme a Fratelli d’Italia, Lega e gli altri gruppi parlamentari che sostengono il governo. È un sì decisivo perché ha compensato l’astensione di Claudio Lotito, unico rappresentante di FI in commissione. Finisce così 10 a 7 per la maggioranza, tra le proteste di Pd e 5 Stelle che hanno accusato il governo di aver «comprato il voto di una senatrice».
Garavaglia: «Tajani si chiarisca con Meloni»
Al voto ha partecipato anche il presidente della commissione Massimo Garavaglia (Lega), che per prassi non vota. Al temine della seduta Garavaglia è sbottato alla presenza dell’azzurro Maurizio Gasparri e ha poi attaccato Tajani: «Si chiarisca con la premier Meloni e proponga dove reperire le risorse. Questi continui attacchi all'esecutivo sono incomprensibili».
Apertura oggi di Fi
Sembra che Forza Italia oggi voterà a favore del provvedimento in Aula. Lo ha fatto intuire il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio24. «Non c'è nessuno scontro, abbiamo fatto una battaglia di principio, abbiamo detto che in Italia non si possono approvare norme con effetto retroattivo - specifica - Questo non ha nulla a che vedere con la nostra volontà di modificare tutte le storture del Superbonus, o che non siamo d'accordo sull'azione per risanare i conti pubblici. Abbiamo detto solo che in questo caso particolare è una violazione di un principio giuridico base del diritto italiano, la non retroattività delle norme».