ROMA Il Senato ha concesso l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini sul caso Gregoretti, ma il destino processuale - e politico - dell'ex ministro dell'Interno non è per niente scontato. Perché ora gli atti verranno nuovamente trasmessi al procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che per la stessa vicenda aveva sollecitato l'archiviazione dell'inchiesta. E perché la difesa del leader leghista proverà a smontare punto per punto le contestazioni.
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Salvini è accusato di sequestro di persona aggravato per avere bloccato per sei giorni 131 migranti a bordo della nave della marina militare che, nel luglio scorso, li aveva soccorsi nel Mediterraneo centrale. Il Tribunale dei ministri ha ritenuto che il divieto allo sbarco fosse una violazione penale. E gli atti sono stati trasmessi a palazzo Madama che ieri ha dato il via libera al giudizio, rispedendo l'incartamento a Catania. Quella di Salvini potrebbe funzionare come un'imputazione coatta, e dunque Zuccaro dovrebbe obbligatoriamente sollecitare il rinvio a giudizio. Poi ci sarà l'udienza preliminare, dove il procuratore di Catania potrebbe chiedere il proscioglimento. In caso di processo, il leader della Lega rischia una condanna fino a 15 anni di carcere.
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Circostanza che si porterebbe dietro un risvolto politico di primo piano: l'applicazione della legge Severino. Se ci fosse una condanna in primo grado, il leader della Lega potrebbe rischiare la sospensione da ogni incarico per un massimo di 18 mesi. Mentre in caso di condanna definitiva il rischio sarebbe quello della decadenza dalla carica politica. Era stato lo stesso Salvini a dirsi preoccupato per l'applicazione della legge Severino: «È l'unica cosa che stiamo seguendo con attenzione», aveva dichiarato. Ma la difesa, comunque, ha alcuni assi nella manica da tirare fuori in un eventuale processo.
LA DIFESA
Le argomentazioni su cui gli avvocati punteranno per scagionare l'ex capo del Viminale sono principalmente tre.