Dopo questi ballottaggi da incubo scatta dentro il centrodestra un clima da resa dei conti.
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Sovranisti, le critiche di Forza Italia
Forza Italia è durissima contro il fronte sovranista, accusato di essere stato più vicino agli estremisti no-green pass che al premier Mario Draghi, finito per essere «regalato» - ragionano gli azzurri al centrosinistra. Di non aver capito che l'emergenza post Covid ha cambiato radicalmente la mentalità dell'elettorato. Da qui - secondo gli azzurri - la ragione dell'astensionismo di massa, che ha penalizzato soprattutto il voto dei candidati sindaco della coalizione. Ma il fronte sovranista, l'asse Lega-FdI non ci sta a essere messo all'angolo e fa capire che dietro questa diserzione dalle urne non ci può essere solo l'indignazione dei moderati. La radice di questo disagio, ragionano, deve essere molto più profonda, e sta, ad esempio, nel difficile rapporto tra il centro e le periferie dei città più grandi. Nella Lega, c'è chi fa notare che anche l'ala 'governativà del partito, quella che fa capo a Giancarlo Giorgetti, non si sia salvata dalla slavina. Si pensi al flop del candidato di Torino e il voto a Varese.
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Sullo sfondo la partita del Colle
A caldo, dopo lo schiaffo che è venuto dalle elezioni, l'ordine di scuderia oggi è però evitare strappi, non usare parole eccessive, ancora più dolorose. Tuttavia già da domani i leader di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia dovranno riprendere il filo del discorso. E farlo presto, in vista della partita per il Quirinale. Meloni ha già chiesto un vertice entro questa settimana per rimettere in carreggiata la coalizione. Ma i primi segnali di un'autocritica feroce sono già emersi nei minuti dopo lo spoglio elettorale. La prima parola d'ordine è mai più candidati civici: proprio la presidente di FdI che spinse a tambur battente Enrico Michetti, il suo 'Mr Wolf', lo ha detto chiaramente: «Abbiamo scelto profili meno noti che avremmo dovuto anche scegliere prima: alle prossime amministrative consiglio profili politici. Quando ci sono campagne così aggressive, da lotta nel fango, non aiuta avere chi vorrebbe parlare al livello professionistico dei problemi».
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Il caso Michetti a Roma
Certamente Forza Italia sarà d'accordo. Sono noti i malumori azzurri su Michetti all'epoca della sua scelta. Ma al di là dei nomi, il problema dei problemi è come far capire all'elettorato perché i tre partiti sono uniti sul futuro governo, ma hanno atteggiamenti molto diversi, a tratti opposti, nei confronti del governo attuale. Sempre Meloni lo sottolinea, parlando chiaramente di un elettorato «disorientato». Non è facile capire cosa fa stare insieme un partito ultra-draghiano, come Forza Italia, uno che sta orgogliosamente all'opposizione del governo, come FdI, e nel mezzo, la Lega, dentro l'esecutivo, ma spesso fortemente critico, si pensi alla richiesta di dimissioni del ministro dell'Interno, Lamorgese.
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