Meloni, vertice con Salvini e Tajani sulle regionali: il nodo Sardegna e i tentativi di mantenere il fronte unito

Sul tavolo da una parte Paolo Truzzu sindaco di Cagliari quotato in quota Fratelli d'Italia, e dall'altra il presidente uscente Christian Solinas la cui candidatura è sostenuta dalla Lega

Giovedì 11 Gennaio 2024 di Monica De Chiari
Meloni, vertice con Salvini e Tajani sulle regionali: il nodo Sardegna e i tentativi di mantenere il fronte unito

Dopo giorni di alta tensione arriva il faccia a faccia. I tre leader della maggioranza Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini si sono incontrati a Palazzo Chigi per cercare di sciogliere il nodo delle candidature alle prossime elezioni regionali che finora non li ha visti particolarmente uniti. 

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La riunione era stata convocata da giorni.

La situazione regionali

Il punto più critico è il candidato da presentare per la regione Sardegna.

Sul tavolo da una parte Paolo Truzzu sindaco di Cagliari quotato in quota Fratelli d'Italia, e dall'altra il presidente uscente Christian Solinas la cui candidatura è sostenuta dalla Lega. Ma il braccio di ferro sembra continuare senza accenni di cedimento, nessuna delle due parti è intenzionata a fare un passo indietro. Il rischio è che in mancanza di un accordo si arrivi ad una spaccatura del fronte di centrodestra che ovviamente non converrebbe a nessuno di loro. Ma non è finita qui, la maggioranza deve prestare attenzione anche agli avversari del Pd e del M5s che per l'isola hanno siglato l’intesa sul nome di Alessandra Todde, forte abbastanza da non temere la corsa solitaria dell’ex governatore Soru.

L'alternativa allo strappo potrebbe essere il via libera di Salvini per Solinas puntando allora sulla Basilicata che ora appartiene a Forza Italia con Vito Bardi. Ma per il partito di Tajani vorrebbe dire rinunciare ad una delle sue regioni rimanendo con Piemonte, Calabria Sicilia e Molise, una possibilità che il segretario azzurro ha già fatto sapere di non voler accettare. Se si accantona Solinas, il vicesegretario leghista Andrea Crippa dice "bisogna ridiscutere anche i candidati nelle altre regioni, come il governatore dell'Abruzzo in quota FdI, Marco Marsilio". Ma il vicepresidente della Camera ed esponente Fdi Fabio Rampelli ribatte: "Marsilio è un governatore che ha consensi pazzeschi, ha fatto un lavoro straordinario. Non credo che la cosa stia in piedi". Il vicepresidente della Camera sottolinea poi come alle ultime regionali in Sicilia FdI abbia dovuto "sacrificare" il suo presidente uscente, Nello Musumeci (divenuto poi ministro nel governo Meloni dopo le elezioni del 2022) per far spazio al forzista Renato Schifani.

Antonio Tajani spinge per mantenere il fronte più unito possibile e rispetto all'ipotesi di far gestire le candidature a FdI nelle Regioni rosse afferma al QN: "Nessun partito vince da solo. Vince la coalizione, ognuno è indispensabile". Anche Fabio Rampelli si dice fiducioso confidando in "un accordo di buon senso". Insomma Lega da una parte e Fratelli d'Italia dall'altra, Forza Italia non vuole isolamenti ma tenta la mediazione. Una partita non semplice da giocare in primis con gli alleati, perché un fronte disunito perde già ai blocchi di partenza.

Ultimo aggiornamento: 18:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA