Elezioni Europee, il fattore Giorgia Meloni. I sondaggisti: «La sua candidatura vale fino al 4 per cento in più»

La candidatura della leader farebbe crescere FdI più degli alleati

Martedì 23 Gennaio 2024 di Federico Sorrentino
Elezioni Europee, il fattore Giorgia Meloni. I sondaggisti: «Vale fino al 4 per cento»

Sorridono alla premier i primi sondaggi sulle possibili candidature dei leader alle prossime elezioni europee. Giorgia Meloni scioglierà la riserva più avanti ma intanto si gode le prime percentuali degli istituti di sondaggio che attribuiscono a Fratelli d’Italia almeno 4 punti in più (da 28% a 32%) qualora la sua leader si dovesse presentare da capolista in tutte le circoscrizioni.

A rivelarlo è Noto sondaggi per Porta a Porta. Più blando invece l’effetto nel Pd, che aumenterebbe il proprio consenso solo dello 0,5% (da 19,5% a 20%) se a candidarsi fosse la segretaria Elly Schlein. È bene ricordare che le candidature non sono orientate ad ottenere un euroseggio, visto che nessuno lascerà l’incarico in Italia in caso di elezione, e che tra i leader finora solo Matteo Salvini e Giuseppe Conte hanno comunicato ufficialmente il forfait per il 9 giugno. È comunque un passaggio molto importante perchè essere capolista significa portare voti al partito in un’elezione che si svolgerà col sistema proporzionale. Per questo il confronto Meloni-Schlein, presto anche televisivo, si gioca su più piani. 

Elezioni europee, Meloni e l’obiettivo 30%: un segnale a rivali e alleati. I dubbi del partito

Tra i leader che devono ancora comunicare le loro decisioni c’è anche il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. «Dobbiamo aspettare il nostro congresso del 23 e 24 febbraio per eleggere il nuovo segretario - spiega - se sarà utile al partito mi candiderò». Il vicepremier conosce bene il Parlamento europeo, «sono stato eletto cinque volte, gli elettori sanno che il leader si candida per rafforzare l’entità del movimento. Deciderò dopo il congresso e ne parlerò anche coi leader delle forze alleate». Già, gli altri leader. Non tutti vedrebbero di buon occhio la candidatura della Meloni visto che gli esiti dell’eurovoto misureranno pure i rapporti di forza all’interno del centrodestra. Le ragioni della sua prudenza, e della rinuncia di Salvini, sono forse da cercare qui:: meglio evitare ora un duello con la premier. Sempre secondo Noto Sondaggi, sarebbe soprattutto FdI ad avvantaggiarsi di una candidatura della Meloni a svantaggio degli alleati di governo (la Lega scenderebbe dall’8 al 6,5%, FI dal 7 al 6,5% e Noi Moderati dal 2 all’1,5%). 

Sulla stessa falsariga, anche se in proporzioni ridotte, il sondaggio Porta a Porta realizzato dall’istituto demoscopico Euromedia Research. Con la Meloni capolista in tutte le circoscrizioni - si legge - FdI salirebbe dal 28,5 al 29,3% a differenza degli alleati: Lega dall’8,4 al 8,2%, FI dal 7,5 al 7,2%, Noi Moderati stabile allo 0,3%. Con la Schlein candidata poi, il Pd scenderebbe addirittura dal 19,5 al 19%, e scenderebbero Verdi-Sinistra (dal 3,4 al 3,3%) e +Europa (dal 2,5 al 2,4%). Invece se Conte fosse capolista (ma lui ha già detto di no) alzerebbe il consenso pentastellato dal 17,8 al 18,1%, mentre nell’ex Terzo Polo Carlo Calenda capolista farebbe salire Azione dal 4,3% al 4,6% e la candidatura di Matteo Renzi farebbe crescere Italia Viva dal 2,8 al 3,3%.

«I dati sono nitidi da parecchio tempo - commenta Roberto Weber di Swg - per valore complessivo degli schieramenti la Meloni viaggia attorno al 43% di fiducia, altri istituti la danno attorno al 46%». Se Fdi vale il 30% vuol dire quindi che la premier da sola «ha 13 punti in più del suo bacino di riferimento. La Schlein invece arriva al 25-26%, appena cinque più del suo bacino di riferimento. Quella della Meloni è quindi una candidatura spendibile, quella della Schlein no». Predica calma il sondaggista Lorenzo Pregliasco. «Fare ora questi calcoli è rischioso - avverte - non sappiamo ancora quale sarà il consenso a giugno per Meloni e Schlein, né conosciamo il contesto o gli avversari che eventualmente dovranno superare». Se ci dovesse essere un duello però «non si parlerà di quanto hanno ottenuto rispetto allo scenario in cui non si sarebbero candidate, ma solo di chi ha preso più voti».

Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA