Era considerato il prete degli ultimi, il prete di strada. Ma non in linea con alcuni capi saldi della Chiesa. Si professava favorevole alle unioni tra omosessuali, era d'accordo con una legge per il fine vita. Dopo una travagliata riflessione e un annuncio a dicembre scorso, ora (don) Luca Favarin non è più prete. Ha dismesso la tonaca e torna ad essere un "normale" cittadino di Padova.
«Niente Presepe se si plaude al decreto Sicurezza, no all'ipocrisia», l'invito di don Luca Favarin
Luca Favarin non è più prete
Lo annuncia lui stesso con un post sui social: «Sono profondamente orgoglioso di quello che sto/stiamo facendo e di come esattamente lo facciamo - scrive - Ancora per un pochino ogni volta che guarderò una chiesa mi ricorderò di ciò che mi è stato detto: "Quello che tu fai non c'entra niente con noi non c'entra niente con la chiesa".
La decisione
Era la metà di dicembre dello scorso anno quando, sempre attraverso i social, Favarin aveva detto di voler lasciare la Chiesa. Lo fece usando parole molto forti e sottolineando due concetti fondamentali e quanto mai attuali: è favorevole sia alle unioni tra persone omosessuali sia ad una legge per il fine vita.
Lui, il prete degli ultimi, il prete di strada, diceva addio. La vicenda non si era chiusa a quel punto. La Diocesi, in una nota, aveva scritto: «La scelta di Luca Favarin si è, invece, indirizzata diversamente, in forma autonoma e personale, sfociando in attività imprenditoriali su cui più volte la Diocesi ha chiesto informazioni, condivisione e trasparenza», parole percepite come un'accusa da parte dell'ex parroco che infatti parla di mobbing e diffamazione. Dopo la sospensione a divinis ecco che arriva l'ufficialità: Luca Favarin è un cittadino come gli altri. Ma, assicura, «vivrò sempre nel Vangelo».