Dirk Hamer, l'omicidio a Cavallo che scosse la casa Savoia (e per cui Vittorio Emanuele fu assolto)

La vicenda forse più famosa, per la quale fu arrestato e accusato di omicidio, è la morte di Dirk Hamer, 19enne tedesco raggiunto nella notte tra il 17 e il 18 agosto 1978 da un proiettile esploso nel buio al largo dell'Isola di Cavallo, in Corsica.

Sabato 3 Febbraio 2024
Vittorio Emanuele di Savoia, dall'omicidio dell'Isola di Cavallo allo sparo che uccise il fratello di Juan Carlos: tutti i misteri in cui fu coinvolto

Omicidi, processi e guai giudiziari. Sembra un thriller la vita di Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia morto questa mattina a 86 anni.

La vicenda forse più famosa, per la quale fu arrestato e accusato di omicidio, è la morte di Dirk Hamer, 19enne tedesco raggiunto nella notte tra il 17 e il 18 agosto 1978 da un proiettile esploso nel buio al largo dell'Isola di Cavallo, in Corsica. 

La morte di Dirk Hamer

I Savoia avevano acquistato una casa sull'isola per sentirsi meno lontani dalla patria dove non potevano fare ritorno. Ma la notte del 18 agosto un gruppo di ragazzi, tra cui il miliardario Niky Pende e alcuni amici, la modella tedesca Birgit Hamer e suo fratello Dirk, in gita sull'isola di Cavallo, presero in prestito il gommone di Vittorio Emanuele di Savoia: l'erede al trono andò davanti alla barca dei ragazzi nella notte e sparò due colpi con la sua carabina, colpendo Dirk alla gamba. A dicembre dello stesso anno, dopo mesi di agonia, il ragazzo morì. 

@ilmessaggero.it Vittorio Emanuele di Savoia è morto oggi 3 febbraio a Ginevra. È stato membro di casa Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia Umberto II e di Maria José. Dal 1983 è stato pretendente al trono d'Italia in disputa dal 2006 con la linea dinastica di Aimone di Savoia-Aosta. Era sposato con Marina Doria, da cui ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto. #vittorioemanueledisavoia #savoia #vittorioemanuele #re #italia #reditalia ♬ snowfall - Øneheart & reidenshi

Vittorio Emanuele fu prosciolto dalle accuse di omicidio nel novembre del 1991 dalla Corte d'Assise di Parigi e fu condannato solo a 6 mesi di carcere per il porto abusivo della sua arma da fuoco, usata al di fuori della propria abitazione. Nel 2006 però la vicenda torna a galla per un'intercettazione dell'uomo fatta nel carcere di Potenza dove si trovava detenuto per lo scandalo di Vallettopoli. Vittorio Emanuele ammise di aver «fregato il tribunale francese. È davvero eccezionale: venti testimoni e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga».

Il documentario

La vicenda viene ricostruita nella serie Netflix "Il principe", diretta da Beatrice Borromeo, che racconta proprio quella notte del 1978. E riporta a galla un'altra questione di armi e di morte interna alle case reali. Il principe, in un fuori onda, ammette di essere stato testimone di un altro "incidente" con protagonista un giovane re Juan Carlos: «Fu lui ad uccidere suo fratello,  Alfonso di Borbone-Spagna. Io c'ero». «Quello scoop può sembrare scollegato dal resto del documentario solo a un osservatore distratto - spiega Borromeo in un'intervista al Corriere della Sera -  Il fatto che Savoia, durante la sua adolescenza, cioè negli anni in cui si impara tutto del mondo, abbia assistito a un incidente analogo al suo, che ha provocato una morte subito insabbiata (quella del fratello minore di Juan Carlos, Alfonso, ucciso da un colpo accidentale d'arma da fuoco, ndr), è il tassello mancante per capire davvero la vicenda di Cavallò».

La vicenda Juan Carlos

Vittorio Emanuele ripete quella confessione a telecamere spente, credendo di non essere registrato. «Ha ripetuto la storia di Juan Carlos varie volte in coda alla sua intervista, a me e poi ad altri membri della troupe. E' stato lui stesso, spontaneamente, a mettere in collegamento le due vicende. Credo l'abbia fatto per via della profonda analogia tra loro, sia per la dinamica degli incidenti sia per come sono stati gestiti dopo.  Era un materiale delicato, ma quando Paolo Bernardelli, il nostro produttore esecutivo, ha avuto l'idea di mettere la registrazione in coda abbiamo subito capito che funzionava». 

Ultimo aggiornamento: 19:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA