«Vittorio Emanuele, soluzione ideale»

Martedì 21 Marzo 2017
Il canale Vittorio Emanuele è l'unica soluzione in grado di tutelare tutte e tre le tipologie di traffico del porto di Venezia: crocieristica, commerciale e industriale, «anzi è l'unica che può garantire il loro sviluppo» afferma Alessandro Santi, presidente di Assoagenti del Veneto e vicepresidente nazionale di Federagenti, dal Seatrade Cruise Global di Miami, la fiera mondiale della crocieristica.
Santi, la convergenza tra il Comune e il ministero dei Trasporti sulla possibilità di far passare le navi da crociera attraverso il canale dei Petroli e il canale Vittorio Emanuele, invece che per il bacino di San Marco, è una soluzione che voi operatori sostenete da tempo.
«I risultati di un'analisi approfondita che abbiamo fatto sul traffico e sulle possibili interferenze tra le tre tipologie dicono che si può fare applicando poche regole e accorgimenti tecnici».
Per ridurre i disagi provocati dalle paratoie del Mose lavorate anche sull'operatività 24 ore su 24.
«È vero, grazie all'impegno del comandante Bon della Capitaneria di Porto, del suo staff e dell'Autorità Portuale, che sta pure investendo sulla riduzione delle limitazioni per nebbia».
Così non servirà più il nuovo porto offshore.
«Quella è un'altra cosa, stiamo parlando di adesso non del futuro. E siamo convinti che queste soluzioni da attuare subito siano viste con favore anche dal nuovo presidente dell'Autorità di Sistema Portuale Pino Musolino, date le considerazioni espresse nel corso del suo insediamento, e ci auguriamo che questo possa essere il primo di una serie di interventi concreti da cantierare, perché per noi il Vittorio Emanuele è il primo passo di un progetto di lunga visione per la crocieristica e in generale per il porto di Venezia».
Adesso che anche gli ambientalisti hanno riconosciuto che l'inquinamento è dovuto soprattutto al traffico delle imbarcazioni minori, forse cambierà un po' l'atteggiamento di avversione contro le grandi navi, anche se, appunto, rimangono troppo grandi rispetto al campanile di San Marco.
«La nostra associazione è da sempre disponibile a collaborare per una riduzione dell'impatto ambientale sulla città e sulla popolazione, lavorando però sulla qualità delle navi più che sulle loro dimensioni. E ci piacerebbe che anche da parte degli ambientalisti ci fosse, finalmente, la stessa disponibilità a un confronto senza pregiudizi».
È già un buon inizio l'allarme inquinamento prodotto dalle imbarcazioni più piccole.
«Sì, più piccole, più numerose, e che producono un traffico incontrollato. Oltretutto i rilevamenti incriminati sono stati raccolti in zone (Rialto, ponte degli Scalzi, Canal Grande) in cui notoriamente le grandi navi non transitano, e d'inverno quando le navi bianche non ci sono».
Navi bianche le chiamate, come se il colore fosse simbolo di pulizia.
«Rispetto, ad esempio, ai mezzi della flotta del trasporto pubblico non c'è paragone, e ad oggi non siamo a conoscenza di azioni correttive su quel versante».
I camini delle navi da crociera, però, sono molto più grandi.
«E, contrariamente a quanto afferma qualcuno, quando entrano a Venezia utilizzano carburante con livello di zolfo estremamente basso perché tutte aderiscono all'accordo volontario Blue Flag. E comunque le flotte navali di ultima generazione si contraddistinguono per le loro caratteristiche green adottate dagli armatori per la sostenibilità ambientale».
Elisio Trevisan
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