Vistose crepe a palazzo Labia La Rai stanzia 360mila euro

Giovedì 8 Dicembre 2016
Vistose crepe a palazzo Labia La Rai stanzia 360mila euro
La Rai si prende cura del più prestigioso gioiello di famiglia, stanziando 360mila euro per interventi su palazzo Labia e avviando un'indagine di mercato per l'individuazione di imprese interessate. A colpire di più, tuttavia, non è l'annuncio di ulteriori lavori a sei anni dalla polemica sollevata da Vittorio Sgarbi in relazione ai carotaggi sugli affreschi, ma la natura dello stesso. Perché l'edificio, che mostra vistose fessure lungo le facciate del cortile esterno e sulla porta monumentale del salone con le Storie di Antonio e Cleopatra, necessita anche di un miglioramento sismico nel caso di terremoti nelle regioni limitrofe.
A questo livello, infatti, Venezia rientra nella rassicurante zona 4 (rischio bassissimo), ma lo stesso non si può dire per il Friuli e la Slovenia. E dal momento che eventuali terremoti nelle due zone si farebbero sentire anche nella città lagunare, la cautela manifestata dall'azienda di viale Mazzini è più che giustificata. «Lo stanziamento di risorse per nuovi restauri è sempre una buona notizia commenta lo scrittore Riccardo Calimani Queste fessure, però, si devono essere aperte dopo il mio ritiro da direttore di sede. Fino ad allora, mai ne avevo sentito parlare». A ricordarle bene invece è Maurizio Crovato, già giornalista Rai e ora consigliere comunale della Lista Brugnaro: «Ben venga la messa in sicurezza dell'edificio. Le fessure sulla porta storica erano note sin dal restauro del 2007. Ma in quella circostanza, ci si era limitati a rilevarle ed evidenziarle». Quella del palazzo e degli straordinari affreschi commissionati a Giambattista Tiepolo da Angelo Maria e Paolo Antonio Labia, del resto, è stata una storia tutt'altro che lineare. Sorto tra il XVII e il XVIII secolo, e nonostante le manifestazioni d'apprezzamento di artisti e scrittori del calibro di Degas, Maupassant e Proust, dopo il passaggio di proprietà e l'impiego del pianterreno come laboratorio, a inizio Novecento l'edificio fu abitato da famiglie poverissime che utilizzarono il salone come stenditoio per il bucato. A danneggiare ancora di più gli affreschi, poi, fu l'esplosione nel 1945 di un battello carico di munizioni. E, dopo restauri significativi e l'ulteriore passaggio di proprietà nel 1964 da Carlos de Beistegui alla Rai, le infiltrazioni di umidità causate dalla Aqua granda del 1966.
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