Via Fogazzaro, centro islamico abusivo

Martedì 30 Agosto 2016
Il centro culturale islamico di via Fogazzaro è illegittimo e il comandante generale dei Vigili urbani di Venezia, Marco Agostini, ha inoltrato notizia di reato alla Procura della Repubblica oltre ad aver inviato l'informativa alla Prefettura e alla direzione Sportello unico edilizia.
Il reato che si configura è cambio di destinazione d'uso da direzionale ad attrezzature collettive (istituzioni religiose).
Tutto nasce da un esposto del "Comitato Marco Polo a Difesa del Cittadino" inviato, dopo varie rimostranze dei residenti per questioni di ordine pubblico, sanitario e di sovraffollamento, al prefetto, al questore, al sindaco di Venezia e al governatore del Veneto, ai comandanti della Polizia locale e dei Vigili del fuoco, e ai Carabinieri.
Secondo la dettagliata segnalazione l'ex negozio, utilizzato come luogo di preghiera da centinaia di cittadini del Bangladesh e di loro proprietà, non è agibile per una tale attività: un unico bagno alla turca per le abluzioni minori dei fedeli (e destinato pure ai disabili), una trentina di metri quadrati per gruppi di persone in preghiera che, nei fine settimana, arrivano anche a parecchie decine, la mancata richiesta del previsto parere ai condomini (che, peraltro, è negativo), e quindi la colpa anche dell'Amministrazione comunale che non ha rispettato i diritti dei terzi, il divieto, in base all'articolo 1122 del Codice Civile di eseguire opere o modifiche o svolgere attività, ovvero variare la destinazione d'uso. A tutto ciò nell'esposto si aggiunge che la nuova legge regionale, cosiddetta "anti moschee", approvata il 6 aprile scorso, stabilisce che i centri di associazioni culturali adibiti a luoghi di culto devono essere autorizzati dai Comuni e, comunque, non nei centri città ma nelle periferie. Si fa eccezione per i luoghi di culto già esistenti, vale a dire autorizzati, e quindi per le chiese cristiane.
Ora il Comitato chiede al Comune di agire di conseguenza e quindi di ordinare la chiusura immediata della sala di preghiera. Un problema per i tanti fedeli bangladesi che vivono nella zona densamente popolata. Un problema, peraltro, più generale come ha ricordato anche lo scorso giugno in occasione del Ramadan, il presidente della Comunità islamica di Venezia Mohamed Amin Al Ahdab: «Manca una moschea. Tutte le grandi religioni hanno un luogo di culto in centro storico, tranne noi musulmani». In effetti per i 20 mila fedeli del Comune ci sono varie sale di preghiera (via Fogazzaro, Corso del Popolo, Altobello, alla Cita a Marghera, oltre a Spinea e a Mogliano... ) ma non c'è una moschea.
«Tutti hanno diritto di professare la propria fede e il nostro esposto non è contro la libertà di religione - concludono i responsabili del Comitato -. Noi chiediamo che tutti rispettino le regole perché la libertà di un individuo o di un gruppo termina dove comincia la libertà dell'altro. Ora ci aspettiamo che quel luogo venga chiuso e che vengano perseguiti gli eventuali responsabili che hanno favorito l'apertura di un centro di preghiera in un posto del tutto inadeguato».
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