«Un modello corretto di accoglienza non prevede l'utilizzo di capannoni, quelli

Mercoledì 1 Giugno 2016
«Un modello corretto di accoglienza non prevede l'utilizzo di capannoni, quelli non sono affatto dei luoghi idonei».
Maria Rosa Pavanello legge l'ultima proposta pervenuta dalla Prefettura e scuote la testa. Parla da sindaco di Mirano ma anche e soprattutto da presidente di Anci Veneto, rifiuta categoricamente l'idea di ospitare i migranti nei capannoni e lo dice chiaro e tondo: «A Mirano non siamo disponibili ma immagino che questo valga anche per molti altri Comuni». Si continua a discutere nel Veneziano dell'emergenza legata al continuo arrivo di migranti: in Veneto ne sarebbero in arrivo altri 490 e dal prefetto di Venezia Domenico Cuttaia i sindaci hanno ricevuto una lettera in cui viene ipotizzata l'ospitalità di nuovi profughi «in strutture provvisorie di emergenza», anche in «capannoni dismessi». Maria Rosa Pavanello (Pd) conosce molto bene la problematica e subito si mette sulla difensiva: «Capisco che si tratta di una proposta dettata dall'assoluta emergenza perché anche in Prefettura sanno bene che quella dei capannoni non può essere una buona soluzione - dice la presidente regionale dell'associazione dei Comuni - È un'ipotesi che non sta in piedi né per le comunità ospitanti né per le persone interessate. Ci sarebbero problemi di ogni genere, dall'aspetto sanitario a quello della sicurezza e non solo. Non stiamo parlando di migranti che si fermano qui per poco tempo: prima che la commissione esamini tutte le richieste per vedere se queste persone hanno o meno i requisiti per stare qui passano otto o nove mesi. Non si può certo pensare che quelle persone stiamo tutto il tempo in capannoni con operatori ridotti all'osso e senza nemmeno sapere come impiegare il tempo».
Se Maria Rosa Pavanello usa comunque un tono diplomatico, il collega di Scorzé Giovanni Battista Mestriner (centrodestra) su Facebook spara invece a zero contro il Governo: «Siamo ormai stanchi, è l'ennesima vergogna di una politica nazionale che sul tema sta dimostrando tutta la sua incapacità: da quattro anni stiamo andando alla cieca. Non c'è un piano, non c'è un limite, non c'è uno scopo. Solo misure sempre più di emergenza con una escalation senza fine e senza senso». Mestriner non digerisce affatto l'ipotesi dei capannoni e risponde in modo sarcastico: «Cosa manca ora? Alla prossima comunicazione il governo ci dirà che vorrà utilizzare anche i posti letto liberi negli ospizi?». Il sindaco di Scorzé allarga il concetto: «Gli appelli all'accoglienza cadono in una società in crisi economica, sociale e culturale. Non servono a nulla, se non ad esasperare ulteriormente gli animi. Qui non c'è lavoro, non c'è possibilità di integrazione, non c'è futuro. La politica del governo nazionale non è la soluzione. È il problema». A Venezia la notizia è vissuta con un certo distacco, poiché i nuovi arrivi non la riguarderanno, se non per l'atto di smistamento che avviene quasi sempre sul suo territorio. «Il bando della Prefettura - fanno sapere - riguarda solo i Comuni che non hanno accolto migranti o ne hanno accolti per meno della metà della quota assegnata». Un altro bando riguarda la gestione dell'ex base di Conetta, ma anche su questo piano Ca' Farsetti si ritiene estranea.
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