Troppo stress, l'allevatore in ospedale

Giovedì 26 Maggio 2016 di A uccidere le sue bestie sono state le volpi e non l'uomo: Enrico Piva ricoverato a Mirano
Troppo stress, l'allevatore in ospedale
Prima la reazione disperata di fronte alla strage, poi l'enorme clamore provocato da questa vicenda, infine l'esito delle analisi che dicono il contrario rispetto a quanto dichiara lui: le sue bestie non sono state uccise dalla crudeltà umana bensì da altri animali, con ogni probabilità una volpe.
Enrico Piva non ha retto l'impatto emotivo di tutta questa storia: martedì il 42enne allevatore di Spinea ha accusato un malore ed è stato trasportato all'ospedale di Mirano, ieri risultava ancora sotto le cure dei medici dell'Ulss 13. Piva è stato ricoverato per eccesso di stress: un tumulto interiore cominciato domenica, quando ha trovato porcellini d'india, anatre, conigli, galline e molti altri animali (ha parlato complessivamente di un centinaio) ammazzati nell'oasi Sos Natura che gestiva in via Unità.
Lunedì aveva trovato altre 30 bestie ammazzate e aveva reagito alla mattanza con grande vigore: «È un'azione mirata da parte di qualcuno che mi vuole male. Questa è mafia». Dopo tre giorni di trambusto è però crollato, come se gli fosse caduto il mondo addosso. Ieri è comparso sulla sua pagina Facebook un post in cui lo stesso Piva chiedeva a tutti di non credere alla versione ufficiale fornita dalle istituzioni, ma il post è stato cancellato poco dopo e ci sono molti dubbi sul fatto che lui ne fosse il reale autore. Mentre Piva è ricoverato e mentre l'opinione pubblica discute animatamente di questa storia, le indagini dei carabinieri di Spinea proseguono a 360 gradi. Quello che Enrico Piva ha verbalizzato in sede di denuncia è top-secret, l'unica cosa che si sa con certezza è che gli inquirenti stanno facendo diversi accertamenti relativi alle autorizzazioni per l'allevamento e alla titolarità del terreno di via Unità.
Ieri mattina il Comune di Spinea ha diffuso sul proprio sito internet e sulla pagina Facebook l'esito delle analisi effettuate dagli specialisti dell'Istituto zooprofilattico di Legnaro (Padova), subito è nata una grande spaccatura tra chi aveva sempre pensato che si trattasse di un attacco di qualche animale predatore e chi invece ancor oggi è convinto che sia stato un blitz umano. In questa seconda schiera molti sposano addirittura la teoria del complotto: «Le istituzioni si sono messe d'accordo per chiudere le indagini e insabbiare tutto», scrive più di qualcuno. La petizione a sostegno dell'oasi lanciata sul sito www.charge.org è arrivata ad oltre 55mila firme, ma c'è anche chi si scaglia contro l'allevamento. La Lav (Lega Antivivisezione) di Venezia ha diffuso infatti una nota ufficiale parlando di «gravi lacune nella gestione del rifugio» e chiedendo alle forze dell'ordine di indagare su permessi e destinazione d'uso dell'area. Massimo Zaratin di Federfauna (sindacato degli allevatori) è lapidario: «La natura ha fatto il suo corso e ora non bisogna certo stupirsi: la natura non è quella dipinta da Walt Disney». Per sabato è prevista una grande manifestazione a sostegno di Piva, alle ore 15 all'oasi, ma ieri l'area era chiusa e lucchettata.
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