Stop alla vendita della sede della Fondazione Venezia

Domenica 20 Agosto 2017
Stop alla vendita della sede della Fondazione Venezia
Nonostante le mezze smentite, la vendita sembrava ormai in dirittura d'arrivo ma il Consiglio generale della Fondazione di Venezia a metà del mese scorso ha stoppato la proposta della cessione della sede storica di Venezia lungo il Rio Novo. La Commissione tecnica scientifica ha giudicato non congrua l'offerta di 18 milioni di euro avanzata da tempo dal Fondo Axa, già proprietario dell'attiguo edificio ex Enel che sta trasformando in albergo, cifra inferiore ai valori delle perizie di stima dell'edificio sul quale finora la Fondazione ha speso 17 milioni e 700 mila euro per l'acquisto, l'allestimento e le ristrutturazioni. Lasciata comunque aperta una finestra all'operazione mediata da Andrea Mevorach, nel senso che se il Fondo, o chi altri, volesse rilanciare aumentando l'offerta, si potrà indire un'asta pubblica e vedere come va a finire, anche se è un'ipotesi difficile da realizzare dato che la sede è strutturata in modo particolare e molti altri utilizzi al di fuori di quello alberghiero non se ne vedono.
Il Consiglio generale, poi, ha bocciato la proposta del presidente Giampietro Brunello di investire 6 milioni di euro nella banca Friuladria, con base a Pordenone e appartenente al Gruppo Crédite Agricole, con l'obiettivo di sostenere e valorizzare il tessuto imprenditoriale e finanziario veneto dato che la Popolare ha un programma di espansione nel Nord Est e in particolare nel Veneto, ed è in qualche modo vicina a Venezia con la sua presidente Chiara Mio che è professore ordinario all'Università di Ca' Foscari e il consigliere Giampiero Maioli membro dello Strategic Board della Fondazione Università Ca' Foscari.
La Fondazione di Venezia, però, ha già cospicue partecipazioni in una banca, Intesa SanPaolo (che rappresenta oltre il 34% del portafoglio di investimenti, e infatti il Piano pluriennale 2017-2019 prevede di venderne una parte), che già di per sè dovrebbe essere un aiuto alle imprese venete, per cui alcuni consiglieri hanno sottolineato che non vedono ragioni per incrementare ancora di più l'esposizione nel settore bancario, considerato pure che il valore del titolo di Friuladria (non quotata in Borsa) è sopravvalutato rispetto alla media del mercato. Anche il Gruppo di lavoro sulla gestione del patrimonio ha sollevato le stesse perplessità consigliando, invece, di seguire le linee generali del Piano pluriennale che parla di massima diversificazione degli investimenti, privilegiando quelli liquidi e tenuto conto che il portafoglio ha oltre il 50% di investimenti illiquidi concentrati in Italia e soprattutto nel settore finanziario/bancario.
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