Soltanto Martellago pronto all'accoglienza

Mercoledì 22 Febbraio 2017
Soltanto Martellago pronto all'accoglienza
Solo un Comune su quattro, Martellago, disposto ad accogliere i profughi: da Scorzè, Pianiga e Noale è no. Questo l'esito del colloquio di lunedì a Martellago tra i quattro sindaci e il dottor Carlo Boffi nell'ambito degli incontri conoscitivi che il nuovo prefetto sta tenendo in provincia. Una iniziativa apprezzata dai sindaci «per l'attenzione al territorio», ha detto quello di casa, Monica Barbiero, «e per la scelta di incontrarci a gruppi ristretti per dar modo a ognuno di approfondire la propria situazione», ha aggiunto la collega di Noale, Patrizia Andreotti. Dopo i convenevoli però il discorso è caduto sul tema forte: l'immigrazione. Il prefetto ha chiarito che i numeri per il Veneto sono conclusi, non dovrebbero arrivare altri profughi, ma anche rimarcato che la loro distribuzione è disomogenea nel territorio, base di Cona su tutti, tornando a chiedere un impegno ai sindaci, in primis con l'accreditamento al Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati. Con scarsi risultati. Il sindaco di Scorzè, Giovanni Battista Mestriner, ha ribadito il suo fermo no (nella riunione però non si sarebbe parlato della base di Peseggia): nessuna apertura anche da Pianiga e dal comune di centro sinistra di Noale. «Ho problemi ad aderire allo Sprar ha detto Andreotti Nessuna cooperativa finora ha ottenuto la disponibilità di privati: sarebbe il Comune ad avere l'onere della ricerca degli alloggi e della difficile scelta del paese e del quartiere. E poi, conclusi i tre anni, non c'è chiarezza sul destino dei profughi: se resteranno in capo all'Amministrazione si aggiungeranno ai già tanti casi sociali che dobbiamo seguire a causa della crisi, di italiani e soprattutto dei circa mille stranieri già residenti in ciascuno dei nostri comuni». A dare la disponibilità allo Sprar, pur condividendo molti dei problemi sollevati dai colleghi, è così rimasta la sola Barbiero. «E' l'unico modo per gestire il fenomeno con la clausola di salvaguardia che limita altri arrivi, viceversa un domani potrebbero arrivarci cento persone presso un privato, e attraverso progettualità a vantaggio dell'integrazione ma anche dei nostri cittadini». Una disponibilità che però, ha chiarito, «è legata al reperimento di alloggi e al momento ci troviamo in una fase interlocutoria».
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