«Si sentiva perseguitato L'hanno spinto a uccidersi»

Venerdì 9 Dicembre 2016
«Si sentiva perseguitato L'hanno spinto a uccidersi»
«E' omicidio indotto o istigazione al suicidio: mio padre non può essersi tolto la vita di sua volontà».
La figlia Andrea Simonella punta il dito contro un imprenditore di un paese vicino che aveva procurato l'alloggio al papà Maurizio.
«Mio padre ricorda - nonostante fosse rimasto senza lavoro e avesse problemi economici non aveva lo spirito del suicida, era ancora entusiasta di vivere. E' sempre stato un grandissimo lavoratore, era una persona sana, libera. Era energico e vitale e quindi in famiglia non riusciamo a spiegarci come possa essersi tolto la vita. In questa fase delle indagini anche i carabinieri parlano solo di eventuale ipotetico suicidio».
«Sappiamo - racconta la figlia - che era tormentato da un personaggio che pretendeva degli affitti, da pagare nonostante l'abitazione fosse stata ceduta in modo fittizio ad una società, riconducibile peraltro alla stesso imprenditore, per la quale la giustizia aveva svolta azione revocatoria mettendola all'asta. Fino a qualche mese fa mio padre aveva pagato regolarmente l'affitto, tramite bonifico, anche se poi aveva smesso. Da allora era iniziata da parte dell'imprenditore una azione di stalking e minacce che mio padre aveva denunciato ai carabinieri. Denunce che mio padre non voleva assolutamente togliere nonostante le pressioni di quel personaggio».
Anche l'ex moglie Chiara Bozzetto, che assieme alla figlia Alessandra gestisce l'avviato bar Al cacciatore, al Bivio Triestina di San Stino, non vuole assolutamente credere all'ipotesi suicidio. «Conoscevo Maurizio da quando avevo 14 anni e lui 16 racconta e non posso assolutamente credere che si possa essere suicidato. Avrà avuto i suoi difetti, ma non posso assolutamente parlar male perché era una brava persona, una persona positiva. Quello che dimostrava era. Anche adesso che era senza lavoro cercava di darsi da fare. Certamente aveva dei grossi problemi con il personaggio che gli aveva procurato l'abitazione, a cui non voleva darla vinta perché riteneva di essere dalla parte della ragione, per dei lavori che aveva fatto in casa».
E sul problema della vita solitaria a Loncon, in un' abitazione priva di servizi essenziali come acqua e gas, la moglie Chiara spiega: «L'amministratore del condominio ci ha detto che c'era un arretrato di 7mila euro di spese condominiali non pagate, risalenti da anni, e mio marito abitava in quella casa di Loncon solo da poco più di un anno».
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