«Record di abusi? Colpa del Comune»

Giovedì 17 Agosto 2017
Fabbricati, villette, garage, magazzini, Venezia e la sua provincia sono state disseminate di mattoni abusivi. Cosa ben nota agli addetti ai lavori ma ora, ad ufficializzare il dato, arriva un'inchiesta del quiotidiano la Repubblica dalla quale emerge come la provincia di Venezia occupi il quarto posto a livello nazionale per il numero di pratiche presentate ai Comuni per ottenere un condono edilizio. Nel solo Comune capoluogo le richieste pendenti di sanatoria in materia edilizia sono oltre 7.000 mentre in tutta la provincia sono 89.000. Un dato che, secondo Ugo Cavallin, presidente veneziano dell'Ance, l'associazione dei costruttori edili, si spiega con la concomitanza di fattori locali e congiunturali.
Questi ultimi prendono le mosse da un periodo, quello attuale, giudicato economicamente favorevole, dopo un decennio che ha segnato il collasso del comparto edile, e che ha indotto molti veneziani ad aprire il portafoglio ed a sistemare una volta per tutte le pendenze con il Comune di riferimento, spesso avviando o terminando interventi edilizi da condonare, realizzandoli a regola d'arte per non doverci più mettere mano. Ma sul grande numero di domande di condono edilizio, sottolineano ancora dall'Ance di Venezia, «pesa soprattutto la situazione del centro storico di Venezia, dove si registra un elevato numero di lavori realizzati per sistemare piccoli abusi edilizi, dalla veranda all'altana, fino alla semplice tenda fuori posto, che rispecchiano tutta l'unicità della città d'acqua e riflettono un periodo di particolare dinamismo».
Da parte sua proprio il Comune di Venezia - e questo è il terzo motivo che spiega l'elevato dato provinciale - risulta essere in forte ritardo nell'evasione delle richieste di condono edilizio presentate dai privati. Una lentezza testimoniata dalla pendenza più che trentennale di pratiche presentate a Venezia già in occasione del primo dei tre grandi condoni tombali, varati dai governi Craxi e Berlusconi tra il 1985 ed il 2004, che ha permesso all'erario di incassare l'equivalente odierno di circa 16 miliardi di euro. Non è solo una questione di scarsità del personale. Il Comune di Venezia giustifica i tempi biblici con la difficoltà dei professionisti a istruire correttamente le pratiche, che dunque restano giacenti e persino con la scarsa attenzione degli stessi richiedenti che spesso dimenticano di ritirare tempestivamente la documentazione relativa a condoni già concessi. Con il tramonto dei vecchi colpi di spugna decisi da Roma, oggi sono le Regioni ad avere di fatto la competenza esclusiva in materia di edilizia privata e dunque anche sui condoni edilizi, ed ogni Regione legifera a modo suo.
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