Portabagagli, una giungla di irregolari

Mercoledì 18 Gennaio 2017
Portabagagli, una giungla di irregolari
Come si fa a controllare il fenomeno dei portabagagli stranieri se non se ne conosce neppure il numero? A prescindere dal fatto che la maggior parte dei mestieri sia stata liberalizzata, in questo caso si è giunti all'assurdo che nessuna autorità (Comune, Questura, Camera di commercio) ha tenuto il conto di quante persone hanno presentato una Scia in Questura per iniziare l'attività. Qualcuno azzarda un numero (450), ma non c'è possibilità di capire quanto questo sia corretto. Eppure, conoscere ciò che si vuole in qualche modo contenere e governare dovrebbe essere la prima regola.
L'impressione è che, ad un anno di distanza dall'audizione in commissione consiliare dell'associazione delle cooperative portabagagli veneziane, di passi in avanti non se ne siano fatti. Né sul piano della sicurezza né su quello della legalità. Tant'è vero che al momento non esiste modo di sapere se uno dei portabagagli bangladesi che si trovano a decine davanti alla stazione sia regolare oppure no. Tutte cose di cui si era già parlato.
Ieri Claudio Cavalier, vicepresidente della cooperativa Venezia 1907 e Mauro Mariuzzo, vicepresidente della Trasbagagli, hanno presentato ai consiglieri comunali e agli assessori Giorgio D'Este (Sicurezza) e Francesca Da Villa (Commercio) il loro progetto Easy luggage.
«Non chiediamo soldi - ha detto Cavalier - ma autorizzazioni per totem segnaletici da posizionare nei terminal in modo che i turisti possano informarsi sul nostro servizio e ricavino tutte le informazioni possibili. Perché è deprimente vedere che, mentre noi forniamo un servizio completo, sicuro, senza problemi, ci siano degli operatori che fanno le cose malamente. poi alla fine la gente si lamenta con noi e questo non è giusto e l'immagine di moltitudini di persone che litigano per il cliente è un danno anche per la città. I loro prezzi inoltre non sono trasparenti .
Gli operatori delle tre coop sono circa 300 al massimo della stagionalità, non attraversano ponti e utilizzano le barche.
«Ci sono difficoltà oggettive per essere presenti fisicamente - ha spiegato D'Este - ma nelle nostre possibilità vedremo di incrementare i controlli».
«La situazione è nota - gli ha fatto eco Da Villa - ci sono decine di operatori che operano sul filo del rasoio e tutto questo non è degno dell'immagine di questa città. Cercheremo di garantire una presenza più forte».
Tra le proposte, spicca quella di Sara Visman (M5S) che ha chiesto se sia possibile in qualche modo targare con punzonatura tutti i carretti per il trasporto in modo che ognuno sia riconducibile ad un soggetto preciso.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci