Per i familiari non si tratta di un tentativo di suicidio

Mercoledì 16 Novembre 2016
Una sottoscrizione di quasi cinquemila firme on line (oltre 4800 fino a ieri sera) raccolte in pochi giorni sulla piattaforma change.org stanno per essere inviate al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro degli Interni Angelino Alfano e al Ministro della Giustizia Andrea Orlando per chiedere verità sul caso di Maria Teresa Trovato Mazza, detta Sissy. La giovane ragazza calabrese di 28 anni, agente di polizia penitenziaria a Venezia e originaria di Taurianova, si trova ricoverata all'ospedale dell'Angelo in coma dal 1 novembre scorso dopo essere rimasta ferita alla testa da un colpo di arma da fuoco mentre si trovava dentro l'ascensore del padiglione Jona dell'ospedale Civile di Venezia.
A lanciare la petizione on line è stata una sua amica, anche lei calciatrice come Sissy, Chiara Scarcella. Come più volte affermato dai genitori e confermato dal legale della famiglia, l'avvocato Simona Cardarelli, la tesi del tentato suicidio appare poco credibile perché Sissy non era depressa né tantomeno aveva dei problemi tali da portarla solo a sfiorare l'idea di potersi togliere la vita. Per questo, fin da subito, oltre alle indagini della Procura di Venezia e della Polizia di Stato, sono stati incaricati dei periti di parte per far luce su quanto accaduto prima e dopo il ferimento di Maria Teresa dentro l'ascensore dell'ospedale Civile, dove l'agente di polizia penitenziaria si era recata per controllare una detenuta partoriente. «La stampa ha liquidato la questione come se si fosse trattato di un tentato suicidio, ma ci sono molti misteri in cui bisogna far luce proprio perché noi, amici e parenti, siamo convinti che non si sta indagando a 360° - scrive Chiara nella sua petizione inviata al Premier e ai due Ministri - Adesso la povera Sissy è in coma e lotta tra la vita e la morte: Tutto questo è inaccettabile. Aiutateci a far luce sul caso. Chiediamo giustizia».
Intanto ieri nel tardo pomeriggio a Mestre una fiaccolata silenziosa, culminata in una preghiera, ha raccolto in piazza Ferretto un'ottantina di persone in solidarietà per l'agente penitenziaria. Tanti i colleghi presenti, tra cui molte donne, che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza alla famiglia. «È successo anche a una collega di Treviso, e ho saputo che si è ripresa. Lavorare in un penitenziario significa avere a che fare con persone con problematiche non indifferenti, zingari, extracomunitari. L'Italia è condannata al sovraffollamento delle carceri» ha raccontato Fabio, un collega. Tra la gente, c'era anche una compaesana di Taurianuova, Giusy, che vive a Mestre e ha la stessa età di Teresa. «Si deve fare giustizia. Andrà avanti la magistratura. Era forte e coraggiosa» ha ricordato l'amica. I genitori non si sono visti, ma è arrivata la sorella, che si è messa in cerchio accanto a tutti i presenti. «Facevo servizio con lei a Venezia e poi sono stata trasferita. Vogliamo dei chiarimenti e che venga alla luce ciò che è successo. Era una persona fantastica piena di vita, sapeva creare energia positiva. Ha giurato fedeltà allo Stato, era molto legata alla divisa, orgogliosa con alti ideali e progetti di studio, con un sorriso fantastico» ha detto Enrica Canu, organizzatrice della fiaccolata e del gruppo Facebook SISSI... Tutti qui per te.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci