Onda zero in Bacino di San Marco

Domenica 25 Giugno 2017
Onda zero in Bacino di San Marco
La chiameranno, molto probabilmente, Onda zero ed è la campagna anti moto ondoso che il Comune sta predisponendo per risolvere il problema del caos del traffico acqueo e rispondere, tra l'altro, all'urgenza di adottare misure a fronte delle raccomandazioni giunte dalla procura dopo i numerosi esposti degli ultimi anni. Onda zero è in fase di studio, ma in poco tempo sarà presentata. Punto di partenza, i controlli: l'amministrazione manderà le barche dei vigili in alcuni punti in cui la velocità è particolarmente elevata, come ad esempio il percorso tra aeroporto e Fondamente Nove. Saranno controlli ancora più serrati e di lungo periodo, rispetto a quanto già in corso, Una vera e propria stretta contro le barche che corrono. Altro punto della campagna, sarà il riassetto dei pontili, a partire da quelli che si affacciano sul Bacino di San Marco, con una ridefinizione degli spazi assegnati alle varie categorie di imbarcazioni. La ridefinizione dei pontili e degli ormeggi riguarderà anche gli spazi acquei, motivo per cui il bando non è ancora stato definito: il Comune sta mappando rii e canali per un censimento degli ormeggi e procedere quindi all'assegnazione. Onda zero partirà già dalle prossime settimane, anche perché la situazione è sempre più di emergenza.
Lo conferma la segnalazione di Claudio Giubbilo, consigliere 5Stelle di Favaro, che l'altra sera era a bordo di un vaporetto della linea 2 per il Lido. Sono stati attimi di paura, racconta, per il passaggio di un lancione granturismo che ha provocato onde particolarmente alte. Tanto da far sì che si rompesse la cima di ormeggio del vaporetto. Il peggio è stato che la marinaia era già scesa sul pontile per facilitare la discesa dei passeggeri, il mezzo si è staccato dal pontile con il barcarizzo aperto e non presidiato, perchè la ragazza non è riuscita a risalire.
«C'erano molte persone atterrite e in serio pericolo - prosegue Giubbilo - Il pilota è stato bravissimo, ha lasciato la timoneria e ha messo in sicurezza i passeggeri. In seguito, tra mille difficoltà in autonomia, ha attraccato terminando le operazioni di scarico e carico passeggeri. La cosa è stata drammatica. Si è sfiorata la tragedia e poteva scapparci il morto. Cosa sarebbe successo se alcuni dei passeggeri fossero finiti in acqua, magari incapaci di nuotare, con l'imbarcazione a ridosso del pontone? Proseguendo nel tragitto a circa 200 metri dall'attracco, incrociando un altro lancione, ci siamo visti arrivare onde alte 2 metri, che hanno superato la prua del vaporetto inondando chi era seduto, e facendo paurosamente beccheggiare l'unità. I pirati, una volta imperversavano le coste Dalmate, ma adesso sono all'interno della città e scorazzano indisturbati.
Quanto dobbiamo ancora sopportare queste situazioni pericolose, Forse ci vuole ancora qualche morto? Questo far west, all'insegna del business turistico, il gigantismo navale, turismo insostenibile, scavi di canali, e sfregi generalizzati, non porteranno Venezia allo sfacelo?»
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