«Non starà con le mani in mano neanche in cielo»

Domenica 22 Gennaio 2017
«Non starà con le mani in mano neanche in cielo»
«Piero è stato un dono per Venezia». In chiesa, tanti hanno fatto un leggero cenno di assenso col capo ascoltando le parole con cui monsignor Orlando Barbaro, il religioso coordinatore delle Scuole grandi della città, ha ricordato Piero Menegazzi nel giorno dell'addio, ieri a San Salvador. Una chiesa affollata, almeno 400 presenti, per dare l'ultimo saluto allo storico guardian grando della Scuola di San Teodoro, che lunedì ha ceduto alla malattia che lo affliggeva e che due anni fa lo aveva indotto a passare il testimone della guida della confraternita a Roberta Di Mambro.
Menegazzi, classe 1936, è stato un vero alfiere della carità e della solidarietà ed è stato ricordato in una cerimonia che ha evidenziato da un lato il suo impegno a 360 gradi, veramente da buon Samaritano (giustamente è stata letta la omonima parabola del Vangelo), e dall'altro il suo carattere schivo, sempre un passo indietro, per nulla incline al protagonismo e all'autocelebrazione che caratterizzano i nostri tempi. «Lui si muoveva - ha sottolineato mons. Barbaro, coadiuvato da nove celebranti - appena si manifestava un problema collettivo o se c'era qualcuno da aiutare, sempre in modo discreto. Carità e compassione sono state i motori del suo instancabile impegno per gli altri, tantopiù da sottolineare in un'epoca in cui registriamo una sorta di globalizzazione dell'indifferenza».
Dopo la benedizione il corteo funebre è stato accompagnato dai confratelli vestiti col mantello azzurro della Scuola Grande di San Teodoro; martedì alle 11 la tumulazione a San Michele. Come ha detto mons. Barbaro, Piero Menegazzi - conoscendolo - non se ne starà con le mani in mano nemmeno in cielo.
ti.gra.
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