Naufrago in mezzo al mare Paga 800 euro per salvarsi

Giovedì 27 Luglio 2017
Naufrago in mezzo al mare Paga 800 euro per salvarsi
In mare con il motore in avaria e la bufera alle spalle. La cosa peggiore però, è stata l'attesa che qualcuno arrivasse a salvarlo.
Se l'è vista brutta martedì pomeriggio C.C., imprenditore veneziano, che a poca distanza dalla diga di San Niccolò ha visto fermare il suo motoscafo a causa di un problema al motore.
«Ho chiamato subito la Guardia Costiera spiega il veneziano mi è stato risposto che sarebbero venuti a prendere me, non a recuperare la barca. Per avere il traino dell'imbarcazione mi hanno indicato di rivolgermi alla struttura dell'isola della Certosa, dove tra l'altro tengo sempre ormeggiata l'imbarcazione. Ho chiamato alla Certosa ma anche lì mi è stato rifiutato il recupero, perché non hanno i mezzi per questi interventi. Sono stato nuovamente dirottato ad un altro numero, quello di EmergenSea, società di assistenza nautica a pagamento».
«Ho chiamato questo servizio - prosegue l'imprenditore - accettando un costo di 970 (che poi con lo sconto sono diventati 800 euro) perché il temporale era sempre più vicino e non avevo quasi più batteria sul cellulare».
Attimi di paura. Da quando il motore della barca si è spento, racconta l'uomo, al momento in cui è stato recuperato con il suo motoscafo, nel pieno del temporale, sono trascorse circa due ore. «Durante l'attesa è sopraggiunta la bufera - prosegue il veneziano - un forte vento, pioveva e grandinava tanto da far male alla schiena. Quando gli operatori con il gommone sono arrivati eravamo in mezzo alla tempesta ed è giunta anche la Guardia Costiera».
Fortunatamente la situazione si è risolta senza danni ma al veneziano è rimasto dell'amaro in bocca. «Ho speso 800 euro euro per essere recuperato con la mia barca: le prime informazioni che ho avuto riguardo alla Certosa non erano corrette, telefonavo con il timore che si spegnesse il cellulare e alla fine ho accettato di sborsare una grossa cifra attendendo, in tutto, quasi due ore».
Da parte della Guardia Costiera la spiegazione è semplice: la priorità assoluta delle operazioni di recupero è data a salvare la vita delle persone, soprattutto in situazioni di pericolo come la tempesta di martedì pomeriggio.
Quando gli uomini della Guardia Costiera intervengono e le condizioni meteorologiche e ambientali lo consentono, l'imbarcazione viene ormeggiata nel punto più vicino e sicuro ma mai trainata per molto tempo, perché quello è un compito che spetta al titolare del natante o alla ditta preposta.
Nel caso di martedì pomeriggio, con la tempesta in arrivo e l'imbarcazione in mare a poca distanza dalla diga scogliosa, i militari avevano l'unica priorità, assoluta, di intervenire con il solo obiettivo di portare in salvo la persona.
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