Le solenni sculture di Emily Young

Domenica 5 Luglio 2015
VENEZIA - Forse è a causa dello spazio così carico di storia che la solennità è la definizione più appropriata della mostra di sculture di Emily Young (Londra 1951) - aperta fino al 22 novembre, in chiara concomitanza con la Biennale - allestita infatti nel monumentale e suggestivo chiostro della chiesa della Madonna dell'Orto. La scultrice inglese vi espone una ventina di grandi teste ottenute da diversi tipi di pietra – onice, marmo rosso, sodalite e alabastro – lavorata con estrema accuratezza e intenzioni formali molteplici. Mentre è allora subito evidente il forte riferimento alla classicità, occorre una occhiata più attenta e insistita per riconoscere i sottesi richiami alla cultura plastica etrusca – con indicazioni esplicite nella stessa titolazione delle opere - certamente derivanti dal luogo dove l'artista vive e lavora ormai da molti anni, un monastero situato nella Toscana più arcaica. Giungendo per tale via a una suggestionante commistione formale che tiene peraltro conto anche delle grandi lezioni storiche della scultura del XX secolo, in particolare quella di Costantin Brancusi. Le sue grandi teste appaiono perciò pressoché indecifrabili, perfino indefinite nel gender tra maschile e femminile. Ed evocano allo stesso tempo antiche deità misteriose della terra e del sole, ad esempio, o forse volti di persone incontrate nelle affollate strade di una metropoli del nostro tempo. Si tratta di una operazione di disvelamento della forma che - come ha scritto Carla Cesallini - appare possibile perché l'artista pare voler “scavare nel tempo e nella materia” nello stesso tempo. Decisiva appare in questa strategia espressiva il fatto che Emily Young lascia alcune parti della scultura deliberatamente non finite, anche qui nel solco di una importante lezione storica, con evidenza quella del grande Medardo Rosso che certamente la scultrice inglese conosce. La mostra, anche nella ripetizione del tema espressivo, la testa di una figura umana, configura in effetti una sorta di straordinaria installazione nella quale Emily Young stabilisce un coinvolgente dialogo formale ed emotivo tra la sua ben definita e riconoscibile concezione della scultura e l'ordine severo ed armonioso della struttura architettonica che la ospita.
Enzo Di Martino

© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci