Le case per turisti saranno marchiate

Giovedì 17 Agosto 2017
Le case per turisti saranno marchiate
Le idee nascono per caso. A volte anche solo vestendo per una mattina i panni dello spazzino e girando per le calli, i campielli e le corti di Venezia a raccogliere le immondizie casa per casa, suonando campanelli, vedendo le facce delle persone, i cognomi che ci sono sulle porte d'ingresso. Ed è così che ieri il sindaco operatore ecologico Luigi Brugnaro si è reso conto di qualcosa che già da tempo è stato accertato: molte abitazioni della città storica sono abitate da non residenti, sono seconde case trasformate in B&B, molte volte non hanno nemmeno un cognome sul campanello e chissà se le tasse sui rifiuti le pagano. Ecco, così, tra un sacchetto e l'altro da gettare nel carretto, spuntare l'intuizione del bollino identificativo che indichi chi è residente, chi è in regola e chi è sconosciuto.
«Potrebbe essere una buona idea spiega il sindaco al termine del suo turno di due ore come spassin -. Dobbiamo capire come stampare dei simboli colorati con dei numeri di serie per identificare i residenti, codici che sappiamo noi, ma anche per fare una mappa delle abitazioni e degli alberghi o affittacamere in base alle autorizzazioni concesse. Il problema sarà per chi i codici non li ha e dovranno venirci a spiegare come utilizzano quei locali».
Per il primo cittadino la raccolta della spazzatura porta a porta è un metodo semplice e infallibile in questo senso per rendersi conto di ciò che c'è anche negli angoli più nascosti della città.
«Assieme a polizia locale e guardia di finanza il lavoro per scovare gli abusivi dell'affitto sono già una realtà, questo sistema della bollatura delle abitazioni ci consentirà ancora di capire come vengono utilizzati gli immobili e sviluppare anche una rete diversa, alternativa per la sicurezza». Nel 2016, a Venezia, sono stare raccolte 53.950 tonnellate di rifiuti, 13.396 delle quali differenziate (25,83%). La percentuale potrebbe essere più alta, secondo Veritas, se le categorie economiche che si dedicano al turismo (alberghi, bar, ristoranti, take-away, bed&breakfast, affittacamere e gestori di appartamenti turistici) si dedicassero a questa attività con più attenzione. Il turno dell'operatore ecologico Brugnaro è iniziato alle 8.20 in campo San Barnaba, a Dorsoduro dove la sperimentazione del porta a porta è iniziata subito dopo l'elezione a primo cittadino nel 2015.
Per lui non solo la divisa d'ordinanza, ma anche un paio di guanti e un carretto da spingere. Prima tappa calle lunga San Barnaba. La prima porta che si apre è quella di un'abitazione privata dove a consegnare due sacchetti di immondizia c'è uno straniero, forse un filippino, probabilmente il domestico. Non riconosce il sindaco che un po' di resta male. Ma il suo momento di gloria arriva poco dopo con una signora anziana che protesta perché ha sentito chiamare spazzino ma nessuno le ha suonato il suo campanello. «Che bèa roba, bravo el fa ben. Buon lavoro e grassie». Il giro prosegue per calli, callette, corti interne, Brugnaro raccoglie con la scopa delle cartacce. «Vedete, i segni del porta a porta si vedono dice il sindaco- E più pulito per terra, prima era pieno di topi e gabbiani».
Qualcuno gli fa notare che però negli angoli c'è ancora troppo sporco per terra, macchie di gelato spesso di pipì.
«Abbiamo già in mente di attrezzare una barca apposita dotata di un lungo tubo di gomma per riuscire a lavare più frequentemente la pavimentazione e di creare, dove possibile, delle zone attrezzate all'interno di parchi e giardini, dove poter portare i cani e farli correre liberamente».
Al servizio di pulizia e raccolta rifiuti ogni giorno lavorano circa 300 persone: 200 sono netturbini, una sessantina piloti delle barche che trasportano i rifiuti, mentre il resto del personale si occupa dei servizi di supporto, dalle manutenzioni alla logistica. I rifiuti e i materiali differenziati, una volta raccolti, sono portati da circa 60 imbarcazioni nella stazione di travaso di Sacca San Biagio, dove poi vengono trasferiti in grandi chiatte che, spinte da un rimorchiatore, prendono la via di Fusina, dove si trovano gli impianti di Veritas che, tra le altre cose, trasformano il rifiuto secco in Css (Combustibile solido secondario), utilizzato da Enel nella vicina centrale termoelettrica Andrea Palladio per produrre energia elettrica.
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