La Storia della Serenissima si chiude con l'impero

Venerdì 2 Dicembre 2016
La Storia della Serenissima si chiude con l'impero
Il periodo di cui si occupa l'ultimo volume della collana La Grande Storia Illustrata della Serenissima, in edicola da domani col Gazzettino al prezzo di 6.90 euro (più il costo del giornale»), è quello forse più sconosciuto e controverso della ultra-millenaria vicenda veneziana. Parliamo, naturalmente, della caduta della Repubblica, e della sua cessione all'Austria da parte di Napoleone, nel 1797, quindi del suo successivo inserimento nel Regno d'Italia napoleonico nel 1805, dopo la sconfitta dell'Impero asburgico ad opera dei francesi. Ma come illustra il titolo del volume, La Repubblica e l'Imperatore, il vero protagonista è proprio lui, Napoleone, di cui l'autore Denis Vidale cerca di tracciare un ritratto credibile e non schierato, come vorrebbero invece i suoi fans o i suoi detrattori.
È chiaro allo storico, naturalmente, che la situazione della Serenissima era da tempo precaria, tanto da aver ispirato al britannico conte di Chesterfield - nonostante i suoi fasti - la profezia secondo cui non avrebbe doppiato il capo del secolo. Il libro affronta dunque la questione di quale fu il ruolo del conquistatore francese nella caduta, ma anche nel periodo immediatamente successivo, prima di finire a lungo sotto il dominio austriaco grazie a una clausola furbescamente inserita nel Trattato di Vienna che consentì alle potenze vincitrici di evitare la ricostituzione pieno dello status quo pre-rivoluzionario. Accanto dunque al Napoleone-Attila che devastò il territorio della Repubblica, ne razziò i beni artistici e materiali, disprezzò le sue genti, emerge anche l'Imperatore-innovatore, che svecchiò le istituzioni e le infrastrutture regionali, senza però riuscire a convincere la popolazione né ad assicurare al Veneto la stabilizzazione entro un quadro di riforme a cui probabilmente aspirava.

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