La "Parentopoli" emersa fin da luglio del 2013

Giovedì 5 Giugno 2014
La Guardia di Finanza fin da luglio scorso aveva rilevato un'"opacità di rapporti" tra Magistrato alle Acque - che aveva una funzione di controllo - e il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la realizzazione del Mose. Con un atteggiamento di quasi totale sottomissione da parte dell'organo decentrato del Ministero dei Lavori pubblici rispetto alla cordata di imprenditori privati, concessionaria unica del Mose. Nel rapporto delle Fiamme Gialle si diceva che «grazie alle ingenti somme a disposizione riconosciute dallo Stato a titolo di "oneri accessori" il Consorzio Venezia Nuova elargiva ingenti compensi in denaro o in altra natura a propri dirigenti e collaboratori nonchè a parenti e affini di questi ultimi, secondo una gestione quasi "familiare" dell'impresa ad opera di Mazzacurati».
Che comunque si è dimesso dalla carica di presidente e direttore del Consorzio - per motivi di salute - un paio di settimane prima che i finanzieri gli suonassero il campanello per arrestarlo nell'estate del 2013.
I finanzieri già all'epoca citavano compensi riconosciuti a Luciano Neri, tra gli arrestati di ieri, oltre a incarichi dispensati ai figli di Mazzacurati, alla moglie, alla figlia di lei e a suo marito.
Ce n'era per tutti, compresa la figlia del commercialista Francesco Giordano, arrestato ieri, la figlia dell'ex presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta, assistente alla direzione di Thetis. Venivano citati l'ex direttore amministratore delegato Maria Teresa Brotto e anche il marito di lei, direttore di uno studio di progettazione del quale il Consorzio Venezia Nuova si avvale come consulente.
Ma come il Consorzio anche Thetis ora ha voltato pagina, dopo le dimissioni di Brotto che è tornata al Consorzio Venezia Nuova come responsabile del servizio progettazione delle opere alle Bocche di Porto.
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