«La Brexit? Nessun rischio immediato, se non per le conseguenze della svalutazione

Sabato 25 Giugno 2016
«La Brexit? Nessun rischio immediato, se non per le conseguenze della svalutazione della sterlina ancora da verificare. Piuttosto, una forte preoccupazione sul medio termine. E ancor più per l'ipotesi, tutt'altro che campata in aria, di un effetto domino». Roberto Crosta e Claudio Scarpa, rispettivamente segretario generale della Camera di Commercio e direttore dell'Ava, manifestano un cauto ottimismo sulle "ricadute del giorno dopo" del referendum consultivo sulla posizione della Gran Bretagna in rapporto all'Unione Europea. Anzi, a loro giudizio, nei prossimi due anni (e forse per tre o quattro, secondo Scarpa), «tutto dovrebbe restare com'è, per le trattative connesse all'uscita del Regno Unito dall'Ue».
Diversa, invece, la valutazione di entrambi sui tempi più lunghi, per il serio timore che questa sia solo la prima di più auto-esclusioni, «considerato che ora a pensare ad analoghe consultazioni popolari sono la Svezia e l'Olanda».
Ma quanto valgono per Venezia e provincia l'import-export e il turismo britannici? In base ai dati diffusi dalla Camera di Commercio e risalenti al 2015, il Regno Unito è il quinto mercato a livello d'esportazioni (specie per bevande e prodotti alimentari, calzature, mobili, saponi, detergenti, cosmetici e metalli preziosi di base), con un volume d'affari di oltre 213,5 milioni di euro, pari al 4,9% del totale. Mentre quello delle importazioni (in particolare prodotti per la raffinazione del petrolio e chimici di base, seguiti da prodotti ittici e pesce) supera i 108,3 milioni, ossia il 2,2% dell'import provinciale. Quanto al turismo, la Gran Bretagna si conferma per Venezia un partner storico, detenendo il quarto posto tra i paesi stranieri con il 4,7% degli arrivi (405.542 persone) e il 3,8% delle presenze (1.323.090).
«È ancora presto per azzardare ipotesi. Ma quanto prima occorrerà studiare quali conseguenze avrà la svalutazione della sterlina sugli acquisti di nostri prodotti da parte dei britannici. E anche le ricadute sulle loro vacanze all'estero», aggiunge Crosta. Mentre per Scarpa, «l'effetto domino potrebbe avere conseguenze assai gravi per l'intero mercato turistico europeo, ora favorito da Schengen e dalla moneta unica. Non va dimenticato, infatti, che i paesi d'oltreoceano vedono quelli europei come una cosa sola, e godono di queste facilitazioni valide dappertutto o quasi. Ovvio che se l'Ue dovesse registrare ulteriori defezioni, ricadute negative le avremmo in tutta l'Europa comunitaria. Venezia compresa».
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