IL MITO
Passano gli anni cinquantuno per essere precisi ma la passione per

Martedì 26 Settembre 2017
IL MITO
Passano gli anni cinquantuno per essere precisi ma la passione per Star Trek rimane. Tanto che alla CBS hanno pensato di girare una nuova serie. Si chiama Discovery, è ambientata dieci anni prima dell'originale del 1966 e racconta le avventure di un'umana cresciuta tra i vulcaniani, il comandante Michael Burnham, interpretata da Sonequa Martin-Green. La trama racconta un retroscena che spiega l'origine del conflitto tra la specie dei Klingon e la Federazione unitaria dei pianeti, noto a tutti gli appassionati.
Dieci anni prima della serie originale significano che la Federazione è prossima alla guerra con la razza aliena dei Klingon, che la flotta stellare non è ancora così sviluppata com'è, per esempio, in Enterprise e che ci sono ancora tanti mondi da esplorare.
ONORE DI KLINGON
Insomma: resta qualche punto fermo, come la genialità dei vulcaniani, come l'obiettivo della flotta stellare (che è quello di esplorare e non di combattere) e come l'onorevolezza dei Klingon, originariamente pensati come alter-ego sci-fi dei russi, nemici giurati degli americani nella guerra fredda, e che solo con il passare del tempo e delle stagioni televisive sono stati smussati in rivali rispettabili, fieri, impossibili da piegare.
Ma ovviamente anche il prequel di Star Trek inserisce nella trama qualche elemento di novità.
SILENZIO RADIO
Discovery (disponibile da ieri su Netflix, una nuova puntata per settimana) inizia dal ritrovamento dopo cent'anni di silenzio radio di una nave Klingon. Il comandante Burnham cerca di convincere il capitano della sua nave a fare fuoco ma non ci riesce: viene confinata in prigione ed accusata di tradimento. Alla fine, inutile dirlo, la storia le darà ragione. I due creatori della serie, Bryan Fuller e Alex Kurtzman, hanno deciso in modo piuttosto intelligente di allargare senza però esagerare i confini già esplorati delle vecchie stagioni (e dei precedenti film) per provare ad aggiungere qualcosa di più sul lato emotivo, forse addirittura culturale, della fantascienza di Star Trek.
Per seguire Discovery non è necessario aver seguito prima le altre serie. È un prequel, e come tale vive di una propria coerenza. In questi nuovi episodi, però, si ha come la sensazione che la componente umana abbia più spazio. Non a caso la protagonista è una donna che è stata cresciuta secondo la disciplina e la freddezza dei vulcaniani e che quindi viene costantemente messa alla prova, specie dopo essersi unita all'equipaggio di una nave della Federazione, da sentimenti ed emozioni.
LA GUERRA
Anche i Klingon, a modo loro, rappresentano quest'aspetto. Accecati dalla loro mitologia, dalle loro leggende e dal loro senso dell'onore, non esitano a scatenare una guerra per far rinascere il loro Impero. E il loro capo, T'Kuvma, non esita a sacrificarsi per questo: un martire necessario perché i Klingon e le loro ventiquattro famiglie tornino insieme, come un unico corpo, a combattere contro la Federazione e la sua ipocrisia.
Ma il discorso, volendo, è anche più profondo di così. Nella sua costruzione volutamente esagerata e fantascientifica, Star Trek si conferma essere una delle serie più attuali per i temi che tratta.
Gianmaria Tammaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci