IL LIBRO
VENEZIA Un libro come affresco, ironico, simpatico, doloroso. In modo

Domenica 24 Settembre 2017
IL LIBRO VENEZIA Un libro come affresco, ironico, simpatico, doloroso. In modo
IL LIBRO
VENEZIA Un libro come affresco, ironico, simpatico, doloroso. In modo eterogeneo parla di fatti, situazioni, riferendole alla Venezia di anni fa, quale spaccato di città attiva e vitale, nella quale lavoro, personaggi ed aneddoti si coagulavano in una squisita quanto unica socialità.
Tutto questo è narrato da Massimo Poli nel volume Venezianopoli, florilegio di 200 racconti editi da Mazzanti libri, presentato ieri pomeriggio nella sede della Canottieri Bucintoro, sodalizio del quale Poli è esponente dal 1962. Al titolo, l'autore ha aggiunto risonanze, perchè davvero i suoni delle parole e dei personaggi citati vanno ad evocare dimensioni ed echi passate, ma ancora vive e tambureggianti nelle orecchie e nell'animo di quanti hanno vissuto la Venezia di 50 anni fa.
«Massimo ci racconta come si viveva in città e la città stessa - ha affermato l'amico attore Roberto Milani, che ha letto alcuni brani del libro - è stato fedelissimo, pur con spirito ironico, alle dimensioni di allora, alle situazioni che ci si presentavano davanti, con noi vittime od artefici. Sembrano racconti minimalisti, ma lasciano invece un grande respiro, l'alito della stessa storia, la nostra storia». «Il libro ci racconta ciò che abbiamo vissuto - continua il collega attore Pino Bella - riviviamo accadimenti e piccole vicende, che come in un puzzle, vanno a comporre anni irripetibili di vivacità culturale, commerciale, sociale».
Anche il teatro è più volte citato, perchè Massimo è figlio di Giovanni Poli, il fondatore del teatro universitario e poi del teatro A l'Avogaria, della quale racconta vicende e tournée. La prefazione è di Sebastiano Giorgi, che scrive: Campi, calli, corti, Rio terrà, fondamenta e canali sono la scenografia che plasma avventure, amori, amicizie, ed in certi casi sono i luoghi che qualcuno per insondabili destini della vita, elegge a dimora stabile conquistando si un posto eterno nella fauna pittoresca veneziana. Massimo Poli con leggerezza e ironia ci fa entrare, in punta dei piedi, nelle storie vere spesso intime, di una generazione che è forse l'ultima ad aver vissuto quella Venezia popolosa ed avventurosa in cui le bande dei fioi di Santa Marta e della Giudecca facevano da contraltare ai benestanti di San Marco. Storie che sono brevi pieces pronte per essere messe in scena in quel l'amato palcoscenico tascabile che è il teatro A L'Avogaria, così intrensicamente legato alla famiglia Poli».
Alla Bucintoro raccontano anche della sfida quotidiana di Massimo nelle acque del Canale della Giudecca, quando con la mascareta e vogando alla valesana non cede il passo a lancioni, taxi acquei, mezzi Actv e Ferry boat, come se presenze spirituali lo proteggessero. O forse è solo il Genius Loci, spirito della città e delle sue acque a proteggerlo ed indirizzare ogni giorno verso la laguna sud.
Alcuni racconti sono infatti dedicati alla Bucintoro ed ai suoi vecchi soci, altri ai fioi, altri ancora semplicemente a come eravamo. Concludiamo con le stesse parole di Massimo Poli: Giove benigno, m'ha fatto la grazia di ispirarsi brevi racconti veneziani dai quali si spazia in luoghi, episodi e tempi, che tutti abbiamo visto, vissuto, anche per sentito dire, ma ce ne stavamo scordando. Ma sarò modesto, il libro è un capolavoro, anche perchè ispirato da Giove, che spero non vorrete far incazzare (ha il fulmine facile».
Un libro che è nostalgia e anche ribellione verso ciò che la città è diventata e quanto di unicità sociale si rischia di perdere, se non è ormai irrimediabilmente perduto. Ricordi scritti alla rinfusa, come pagine di un diario sgualcito, che solo la lettura completa porta a comprensione e compimento. Sullo sfondo, Dorsoduro, con le Zattere, il bar Cucciolo, il cantore Eugenio, la piscina Passoni, i pochi alberghi e le tante carbone per le giovanili festine. Luoghi dell'anima, più che del vino, come le osterie ed i bar, nelle quali le chiecchierate collettive superavano le divisioni delle classi sociali.
«Il libro andrà a ruba perciò fatevi fare la dedica - ha aggiunto Massimo Poli con l'usuale ironia - in tal modo siete sicuri che non ve lo sottraggono. Ringrazio tutti gli amici per questa presentazione. Di racconti ne ho scritti molti di più, oltre il doppio. Vedremo se in futuro troveranno tutti spazio di pubblicazione».
Tullio Cardona
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci