Grandi manovre sulla presidenza

Martedì 26 Luglio 2016 di In ribasso le candidature politiche, salgono le quotazioni di Gambato e Zanardo
La presidenza dell'Autorità portuale di Venezia è diventata un affare di Stato. Perché anche attraverso la nuova nomina si gioca la partita dei rapporti tra il Governo e il sindaco. Dopo i primi ammiccamenti, infatti, il termometro per Luigi Brugnaro a Roma pare volga verso il freddo. E siccome l'Autorità portuale (Apv) ha in mano le chiavi di buona parte del territorio lagunare, approdi, aree vastissime in centro storico e in terraferma, concessioni e quant'altro (oltre a godere di buona salute dato che ha circa 40 milioni liquidi in cassa), chi la guida è nei fatti un secondo sindaco. E oltretutto avrà molti più poteri del suo predecessore perché il Comitato portuale non avrà più 32 membri ma solo 5 o 6 persone; spariranno sindacati e operatori e rimarranno Regione, Capitaneria, sindaco della Città metropolitana e i sindaci dei territori toccati dalle aree portuali.
Chiaro che Brugnaro ha tutto l'interesse ad averne uno dalla sua parte e il Governo, invece, ne vuole uno dalla sua. Il ministro Delrio ha fatto sapere che cerca un tecnico, un manager, e pare che a Roma stia mettendo in piedi una cabina di regia fatta di professionisti incaricati di vagliare le candidature.
I tempi, del resto, sono stretti. Dal momento in cui il Consiglio dei ministri definisce il Decreto legislativo di riforma dei porti (che modifica la vecchia legge 84 del 1994), e dopo 15 giorni viene pubblicato, a 45 giorni dalla data di pubblicazione il ministro deve provvedere alle nomine dei presidenti delle nuove Autorità accorpate (Venezia con Chioggia). Entro fine settembre, dunque, anche la laguna avrà il nuovo presidente e guarda caso il mandato di Paolo Costa scade proprio il 30 settembre.
I nomi che circolano per il suo successore (per Costa non si parla più di un terzo mandato, anche se tecnicamente sarebbe il primo della nuova Apv accorpata) vanno dal parlamentare del Pd Andrea Martella, all'europarlamentare di centrodestra Antonio Cancian, dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta al vice presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Gian Michele Gambato, fino all'imprenditore della logistica e delegato della Camera di commercio per la Città metropolitana Damaso Zanardo.
Martella, Baretta e Cancian non avrebbero i requisiti tecnici, anche se quest'ultimo è gradito a Costa (e anche a Brugnaro) perché sostenitore del porto Offshore e da tempo collaboratore di Costa sulle politiche portuali.
Gambato sarebbe apprezzato dalle strutture tecniche del ministero dei Trasporti e avrebbe l'avallo di Confindustria. Ma ultimamente, viste una serie di difficoltà incontrate sul nome di Gambato, Matteo Zoppas con il presidente della Regione Luca Zaia starebbe spendendo anche il nome di Zanardo che non sarebbe inviso al sindaco.
Il ministro Delrio deciderà "d'intesa" con la Regione, come dice la legge, ma se l'intesa non ci sarà, dopo 40 giorni nominerà chi vuole.
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