Fuori la banda dei bancomat

Mercoledì 19 Ottobre 2016
Un'ordinanza che non motiva, caso per caso, le esigenze cautelari e che per questo va annullata. Così, per un vizio formale, il Tribunale del riesame di Venezia sta scarcerando molti degli arrestati, a fine settembre, con l'accusa di far parte di due bande specializzate negli assalti di bancomat e casse continue. La settimana scorsa era già stato scarcerato un primo gruppo. Ora tocca ad altri sei, tra cui tre residenti nel Veneziano. Si tratta di Matteo Cavazza, 36 anni, di Portogruaro; di Euclide Major, 35 anni, di San Donà; di Rienzi Fracasso, 67 anni, di Dolo; di Andrea Rossetto, 38 anni, di Conegliano; di Alberto Garbin, 50 anni, di Legnago; di Angelo Garbin, 48 anni, di Este. I difensori dei sei - gli avvocati Pietramala, Crea, Pietrobon e Muzupapa - avevano sostenuto che le motivazioni riportate dell'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Treviso erano troppo generiche, mancava un'indicazione specifica, indagato per indagato.
Tesi che viene accolta dal Tribunale veneziano che ha scarcerato anche questi arrestati per omessa motivazione sulle esigenza cautelari. Un vizio che fino a due anni fa poteva essere "corretto" dagli stessi giudici del riesame. L'anno scorso, però, la normativa è cambiata e ai giudici veneziani non è rimasto altro da fare che annullare tutte le ordinanze finora impugnate.
L'indagine dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Treviso, aveva individuato ben quaranta colpi, messi a segno a vari istituti di credito di Veneto e Lombardia, da dicembre 2015 allo scorso luglio, riconducibili alle due bande. Segno distintivo di questi gruppi criminali, l'utilizzo di particolari cariche esplosive, chiamate "marmotte". Composte da polvere pirica pressata, piazzate al posto giusto, erano in grado di far saltare gli sportelli blindati. Il gip di Treviso aveva firmato venti ordini di custodia cautelare in carcere, tutti eseguiti, che ora però vengono annullati. (r. br.)
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