E per il Porto il ministro prepara un commissario

Mercoledì 19 Ottobre 2016 di In arrivo un ingegnere ministeriale, una mossa che può essere vista come un esproprio di poteri alla città. Il Tavolo marittimo si ribella
Venezia commissariata da Roma. Le ultime voci dai palazzi della Capitale danno il ministro Delrio pronto a fare le nomine delle 12 Autorità di sistema portuale mancanti, dopo il rinnovo delle cariche di Trieste, Ancona e Taranto. E per Venezia si tratterebbe di un ingegnere dell'ambiente ministeriale. Se la designazione sarà effettivamente in questo senso, sarebbe dunque un vero e proprio commissariamento della seconda carica più importante della città dopo il sindaco. L'espropriazione dei poteri sulla portualità, che seguirebbe quella sul governo delle acque, sarebbe un duro colpo e la dimostrazione che il Governo di questa città non si fida.
Non a caso il “Tavolo dell'Economia Marittima e Portuale”, a pochi giorni di distanza, è tornato a farsi sentire: dopo aver bocciato la nomina di un politico si oppone con altrettanta veemenza al commissariamento «in nome di una logica dirigistica che mal si concilia con le esigenze di sviluppo e rilancio, non solo della realtà veneziana, ma dell'intero sistema portuale dell'Alto Adriatico».
Che cosa ne dirà Luca Zaia con il quale il ministro dovrà condividere la nomina? Il governatore del Veneto ha più volte ribadito che non darà il suo consenso a un politico o a «tecnici legati alla politica o con conflitti d'interessi». E su un tecnico nominato da Roma, e quindi almeno approvato dalla politica, metterà il proprio timbro?
Il Tavolo dell'Economia Marittima e Portuale è composto dai vertici dei quattro terminal più importanti e dagli altri operatori portuali, nonché dallo stesso Paolo Costa presidente del Porto uscente. È una voce autorevole della portualità veneziana che non intende abdicare al proprio ruolo.
Il Ministero è spinto dalla necessità di far presto per evitare di cadere nel marasma del periodo referendario, ed è pressato dalla politica; inoltre vuole dare un segno di discontinuità con Paolo Costa, non perché abbia lavorato male, anzi, ma perché dopo un personaggio così autorevole, serve una figura non legata a lui. E quindi dalle candidature giunte a Roma e anche da quelle non palesate, esclude i politici come Cancian o Martella, o quelli in qualche modo legati alla politica come Gambato, ma anche i vari tecnici e personaggi del porto legati a Paolo Costa come Michele Conticelli, direttore operativo dello scalo veneziano, o lo stesso Andrea Razzini, direttore generale di Veritas e in passato segretario del Porto. Non sono molti, dunque, i nomi che rimangono ma per gli operatori ci sono, e per questo auspicano che «la persona designata, oltre che di sicura competenza tecnica, sia in grado di interpretare e difendere le potenzialità della realtà locale» e affrontare subito «i problemi urgenti sul tappeto».
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