«É il nostro progetto per la Quaresima. Alcuni arriveranno anche da Cona»

Lunedì 27 Febbraio 2017
«É il nostro progetto per la Quaresima. Alcuni arriveranno anche da Cona»
La proposta nasce dalla parrocchia di Altino, ma ha l'obiettivo di coinvolgere chiunque in diocesi voglia dare una mano: di soldi e di tempo. «Per vivere bene la Quaresima quest'anno abbiamo deciso di accogliere una dozzina di migranti e una famiglia armena di quattro componenti con un bambino disabile» annuncia don Gianni Fazzini dopo l'ultimo incontro con i propri collaboratori e gli amici più stretti da cui è scaturito il via libera al progetto, pronto a decollare in occasione dell'arrivo del mercoledì delle Ceneri. Il luogo è già definito: queste persone andranno a vivere in via Paliaghetta a Ca' Noghera (non distante dal Casinò), in quella che un tempo era Casa Amelia, struttura di proprietà dello stesso sacerdote dove fino qualche anno fa la cooperativa Gea assisteva i malati di Aids.
«Nel tempo che ci prepara alla Pasqua vogliamo tornare alle radici della fede riscoprendo il senso del battesimo, ma non lo si può vivere fino in fondo se non ci si prende cura delle persone e in particolare di chi è nella disperazione perché fugge da guerre o povertà estrema», spiega don Fazzini che amministra Sant'Eliodoro ad Altino e San Magno a Portegrandi. L'idea è di stipulare una convenzione con una cooperativa sociale per creare una piccola comunità il più possibile integrata nel territorio: «Prima di tutto dovremo fare dei restauri che dureranno alcuni giorni, per cui se ci fossero dei benefattori che volessero sostenerci saremmo loro molto grati. Quindi creeremo una sorta di Banca del tempo libero perché nasca un gruppo di persone disponibili ad accompagnare giorno per giorno questi amici che andiamo a ospitare. Non è detto che qualcuno possa arrivare anche da Cona», aggiunge il sacerdote. Di certo si tratta di un'altra iniziativa forte di don Fazzini, uomo tenace e controcorrente, che in passato da responsabile dell'ufficio pastorale per gli Stili di vita (poi soppresso dal patriarca Francesco Moraglia) si è reso protagonista di importanti battaglie, prima fra tutte quella per l'acqua del rubinetto contro le bibite gassate che fece discutere l'opinione pubblica di tutta Italia dopo aver provocato la reazione risentita delle aziende produttrici.
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