Ducale blindato per il tesoro dello sceicco

Mercoledì 23 Agosto 2017
Ducale blindato per il tesoro dello sceicco
I gioielli dello sceicco Hamad bin Abdullah Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar, sono custoditi e nascosti a Palazzo Ducale.
Una camera blindata, circondata da sistemi di allarme e vetri antisfondamento è celata al secondo piano del palazzo dei musei civici in Piazza San Marco.
I preziosi sono arrivati scortati nei giorni scorsi a Venezia (per la prima volta in Italia) e saranno esposti proprio al Ducale nella mostra Tesori dei Moghul e dei Maharaja: la Collezione Al Than aperta al pubblico dal 9 settembre al 3 gennaio.
I quasi trecento oggetti preziosi della collezione dello sceicco vedono rubini, smeraldi, zaffiri e diamanti, due dei quali universalmente noti: l'Idol's Eye (l'Occhio dell'idolo), il più grande diamante blu tagliato del mondo, e Arcot II, uno dei due diamanti donati alla regina Charlotte, moglie del re Giorgio III.
Un vero tesoro insomma, che in attesa di essere esposto resta nascosto e supersorvegliato speciale.
La cassaforte invalicabile si trova oltre la Sala dello Scrutinio, quest'ultima chiusa per motivi di sicurezza e in vista dell'allestimento della mostra, dal 1 agosto. Nessuno può avvicinarsi alla camera blindata, nemmeno gli addetti del museo. In questi giorni le visite a Palazzo Ducale, in quell'area, arrrivano fino alla Sala del Maggior Consiglio, ma la porta che solitamente conduce alla sala adiacente, quella dello Scrutinio appunto, è chiusa e sorvegliata da un operatore. Ai visitatori che si avvicinano, un cartello sulla porta spiega che il grande salone destinato alle operazioni elettorali del Doge, resterà chiuso fino all'8 settembre per i lavori di allestimento. Pare che attorno alla camera blindate che custodisce il tesoro, oltre ai vetri antisfondamento e ai sensibilissimi sistemi di sicurezza (probabilmente anche i raggi infrarossi) siano state puntate telecamere che vengono continuamente scrutate dai monitor della sicurezza.
Le gemme e i gioielli indiani che vanno dal XVI al XX secolo, appartenenti alla Collezione Al Thani, hanno infatti un valore inestimabile. Metalli e pietre preziose con iscrizioni reali, antichi e leggendari gioielli, accanto a creazioni contemporanee, dai discendenti di Gengis Khan e Tamerlano fino alle produzione Cartier. Nell'esposizione anche manufatti della dinastia reale, ad esempio un set da scrittoio con portapenne e calamaio (Deccan o India settentrionale, 1575-1600), in oro massiccio e pietre preziose. E ancora, l'ornamento del trono di Tipu Sultan a forma di testa di tigre, in oro tempestato di gemme.
Inoltre, la collezione di collier di diamanti e altri oggetti preziosi come il baldacchino che faceva parte del Tappeto di perle di Baroda, commissionato dal maharaja Khanderao Gaekwad tra il 1865 e il 1870. La seta che riveste la pelle di cervo è decorata in argento, oro, vetro colorato, diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri e circa 950mila perle. Ci saranno anche due realizzazioni di Cartier per il maharaja Digvijaysinhji, successore del maharaja Ranjitsinhji di Nawanagar: l' Occhio della tigre, un diamante color oro montato a ornamento per turbante, e una collana déco impreziosita dai rubini appartenenti alla collezione personale di Nawanagar.
La mostra sarà curata da Amin Jaffer, conservatore capo della collezione Al Thani e da Gian Carlo Calza, insigne studioso di arte dell'Estremo Oriente, con la direzione scientifica di Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia. «E' la prima volta dopo tanti anni che una mostra di gioielli torna a Palazzo Ducale e l'apparato della sicurezza è stato implementato - afferma Belli - questi gioielli hanno un altissimo valore storico ma anche un valore assoluto in quanto sono pietre preziosissime».
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