Derivati, il regalo del 2002: 63 milioni di passivo in bilancio

Domenica 26 Febbraio 2017
Derivati, il regalo del 2002: 63 milioni di passivo in bilancio
Mentre in città si discute di tagli in bilancio di decine o centinaia di migliaia di euro, il Comune è costretto annualmente a far fronte alla voragine causata dai contratti derivati, stipulati probabilmente senza sapere ciò che si faceva dalla giunta Costa nel 2002 e rinegoziati dalla giunta Cacciari nel 2008. Diciamo senza sapere ciò che si faceva perché il Comune stesso ha citato in Tribunale la banca d'affari inglese Merrill Lynch per responsabilità precontrattuale, avendo questa nascosto (è la versione di Ca' Farsetti nell'atto di citazione) alcune condizioni particolarmente sfavorevoli per il Comune.
Le conseguenze sono destinate a perpetuarsi fino al 2037, dato che i tassi di interesse contro il cui rialzo erano stati stipulati questi contratti (in cui il banco vince quasi sempre) sembrano destinati a rimanere a livelli inferiori rispetto alla soglia di convenienza per il Comune. Insomma, se all'epoca l'operazione fu architettata per risparmiare, in realtà ha sottratto negli anni ingenti risorse a Ca' Farsetti. Vogliamo parlare degli ultimi due anni? Nel 2016 il bilancio aveva previsto 450mila euro in entrata e 7 milioni 322mila in uscita. Per il 2017 va leggermente meglio: 677mila in entrata e 6 milioni in uscita.
Il peso di questo fardello era stato sottolineato in tempi non sospetti da due sole persone in Consiglio comunale: Maurizio Baratello (Ds, poi Pd) e Alberto Mazzonetto (Lega). All'amministrazione attuale non resta che attendere la pronuncia del Tribunale sulla causa, ma di questa eredità non è minimamente responsabile.
La Corte dei conti (sezione controllo) ha sottolineato in modo pesante i propri dubbi sull'intera operazione, a partire sull'effettiva intenzione di cautelarsi dai rischi di aumento dei tassi.
Il contratto era stato fatto in modo che i debiti a tasso variabile del Comune sarebbero stati coperti da variazioni in salita, ma se l'Euribor a 6 mesi fosse risultato inferiore al 5,43 per cento questo si sarebbe risolto in un flusso negativo per il Comune. «Dall'esame dei dati - scrive la Corte nella relazione sul bilancio 2014 - si evince che il derivato sia stato concepito per produrre buoni risultati di copertura su variazioni di tasso che oscillino attorno al 6.2 per cento... Non si comprende che tipo di analisi del rischio sia stata effettuata dall'ente al fine della determinazione delle reciproche obbligazioni, considerato l'andamento dei tassi sia su base storica che su base effettiva e in prospettiva futura».
La Corte cita le previsioni attuali dell'Euribor e 6 mesi di qui al 2030 mostrando una forbice tra 1,5 e 2,5 per cento. Quindi, anche in prospettiva, forti perdite per il Comune.
Ma c'è di più: nel 2002 l'Euribor non era mai andato sopra il 4 per cento e poi non ha fatto che scendere fino allo 0,2% attuale.
Per questo motivo, il controvalore attualizzato della perdita (il cosiddetto mark to market è di 63 milioni 630mila euro.
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