De Cecchi: «Venezia si svuota nel silenzio delle istituzioni»

Domenica 28 Maggio 2017
«La Camera di Commercio di Venezia avrà senz'altro le sue buone ragioni per lasciare la sede di Venezia: ciò che stupisce è il silenzio delle istituzioni veneziane di fronte all'ennesima perdita nell'assetto direzionale della capitale del Veneto che, tra non molto, sarà alla stregua di una qualsiasi paese di provincia».
A denunciarlo è il direttore di Confartigianato, Gianni De Checchi il quale, pur riconoscendo le difficoltà di chi continua ad operare a Venezia e vuole mantenere standard di qualità elevati, è sorpreso dal senso di ineluttabilità che contraddistingue le istituzioni. «Un tempo su una cosa del genere ci sarebbe stato almeno un Consiglio Comunale straordinario, e la politica veneziana, quando aveva la P maiuscola, avrebbe messo in campo tutta la sua capacità di mediazione. Oggi sembra che la cosa non interessi a nessuno e l'asse strategico si sposta sempre più fuori da Venezia, anche per quelle realtà come quelle direzionali di alto profilo che sono altamente compatibile con il fragile tessuto della città lagunare e che bisognerebbe fare di tutto per trattenere».
In questo modo, conclude De Chacchi, «è inevitabile che in città resteranno solamente attività turistiche, bar e ristoranti. E per la verità bisogna dire un'offerta culturale veramente di alto profilo. Questo sì. Ma viene da chiedersi se questa sarà presto ancora una città, o piuttosto un'area di visitatori e visitati, che si mettono in mostra e si vendono senza più decidere sui propri destini».
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