Dall'annuncio dell'Autorità portuale all'offerta di Venezia Investimenti

Mercoledì 1 Giugno 2016
Tutto è cominciato l'anno scorso quando l'Autorità portuale veneziana (Apv) ha deciso di mettere in vendita il 35,5% di Venezia Terminal Passeggeri (Vtp) che ha la concessione della Marittima. Apv spiegò di essere costretta perché deve disfarsi delle partecipazioni non strategiche, ma l'iniziativa fu una bomba perché quel 35,5% è custodito nella "scatola" Apvs che possiede il 53% di Vtp e quindi la controlla (assieme a Veneto Sviluppo della Regione che ha l'altro 17,5%).
Ai primi di aprile Apv comunicò che l'unica offerta è stata quella di Venezia Investimenti, cordata formata dalle compagnie Costa, Msc e Royal Caribbean e dal terminalista turco Gph che, con poco più dei 24 milioni a base d'asta, si è aggiudicata la gara, provvisoriamente perché bisognava aspettare i tempi delle prelazioni riservate ai soci. Il 19 aprile il Consiglio regionale all'unanimità ha chiesto che la Regione garantisse il controllo pubblico di Vtp. Veneto Sviluppo, allora, ha esercitato la prelazione ma ha deciso di tenersi solo il 51% di Apvs per poter avere dunque il controllo delle crociere veneziane, e il resto delle quote lo ha messo in vendita. L'offerta migliore è stata quella di Venezia Investimenti. Perché? In primo luogo, ha rivelato il presidente di Veneto Sviluppo, perché le compagnie di crociera hanno accettato di acquistare solo il 48% di Apvs e quindi di non ottenere il controllo della Marittima (mentre Bassani avrebbe acquistato solo un 41%); in secondo luogo l'offerta di Venezia Investimenti vale 17 milioni e mezzo di euro contro i 14 milioni e 800 mila di Bassani; infine le compagnie hanno offerto migliori garanzie. (e.t.)

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