Comune-Save, la "porta" non si apre

Mercoledì 27 Luglio 2016 di Se il Consiglio non ratifica l'accordo siglato all'epoca tra commissario e Save saltano le opere pubbliche
Il Terminal T2 a fianco del Marco Polo rischia di diventare un nuovo pezzo di aeroporto dritto dentro ai giardini delle case di Tessera. Dopo che alcuni mesi fa la commissione Via nazionale ha approvato il Masterplan di Save che programma l'espansione dello scalo da qui al 2021, qualsiasi momento è buono perché l'Enac e il ministero dei Trasporti lo approvino definitivamente rendendolo operativo. Se ciò avverrà prima che il Consiglio comunale ratifichi che quei 17 ettari sono una nuova porta di Venezia per i cittadini e i turisti, l'area diventerà demanio aeroportuale e non si potrà più tornare indietro.
Che cosa deve fare il Comune? Deve portare in Consiglio comunale il Protocollo d'intesa che aveva firmato il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto con Enac e Save, la società di gestione dell'aeroporto: quel documento stabilisce che il Marco Polo potrà estendere i suoi confini al T2 ma dovrà comunque realizzare un parcheggio per cittadini e turisti che si recano a Venezia, un approdo per i vaporetti Actv e opere di mitigazione ambientale. Se, però, non viene approvato dal Consiglio comunale il Protocollo è carta straccia.
Il prossimo Consiglio comunale, fissato per il 29 luglio, non ha all'ordine del giorno l'argomento, poi ci sarà la pausa estiva di agosto, e in ogni caso gli uffici competenti non hanno ricevuto alcun input per inserirlo nelle prossime riunioni, nemmeno a settembre o comunque in autunno.
E così, anche sperando che pure a Roma rispettino il periodo feriale, da settembre in poi possono far diventare il T2 un nuovo pezzo di aeroporto. A gennaio 2014 l'Enac scrisse al Comune approvando la programmazione urbanistica prevista nel Pat per il Quadrante Tessera e aggiunse poche righe relative al vicino T2, affermando che serve una programmazione che tenga conto dell'interesse pubblico e anche delle necessità dell'aeroporto che vuole utilizzarla come area logistica e per depositi. Se il Comune non farà nulla, quella ipotesi potrebbe avverarsi in toto, e la nuova porta di Venezia verrebbe demolita ancora prima di essere costruita.
Il precedente assessore all'Urbanistica Andrea Ferrazzi, come capogruppo del Pd in Consiglio comunale ha presentato varie interrogazioni sulla vicenda anche perché era stato lui nel 2013 a predisporre e far approvare il Piano particolareggiato per il T2 e quindi lo conosce bene, ma dopo un anno ancora non ha ricevuto risposta e nemmeno le commissioni competenti hanno accolto l'invito a discuterne: «Il sindaco deve farlo nell'interesse dei cittadini, e questo non significa che debba penalizzare l'aeroporto, perché è una realtà economica fondamentale per il territorio, significa invece che deve contemperare gli interessi dello scalo con quelli della città». Quel Piano particolareggiato, tra l'altro, contempla pure servizi aeroportuali, «quindi è già equilibrato e garantisce lo scambio acqua-terra per tutti quei cittadini che vivono nelle isole e a Venezia, o vi lavorano e hanno bisogno di una via di accesso alternativa a piazzale Roma e meno congestionata. Inoltre assicura un'espansione dell'abitato di Tessera con nuove attività commerciali di vicinato».
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