«Cibi graditi ai bambini nelle mense scolastiche»

Domenica 19 Febbraio 2017
«Cibi graditi ai bambini nelle mense scolastiche»
Protestano da anni senza risultati apprezzabili. Ora minacciano, se non otterranno quanto chiedono, di non iscrivere più i figli al servizio di ristorazione scolastica per il prossimo anno, consapevoli comunque che sarebbe una sconfitta per tutti.
I genitori del Comitato mensa Lido-Pellestrina sono sul sentiero di guerra. È innegabile che sia difficile far mangiare ai bambini certi cibi, per quanto tutti pontifichino sull'utilità delle proprietà organolettiche della piramide alimentare e sul valore educativo della refezione collettiva. Che però poi siano i bambini a decidere se e cosa mangiare in mensa è un dato di fatto, che mette gli adulti con le spalle al muro.
E così il Comitato mensa del Lido e Pellestrina, sottolineando che «troppo spesso i bambini escono da scuola dopo 8 ore senza aver mangiato né il primo né il secondo, o buttano il cibo come se nulla fosse», hanno deciso di ribellarsi.
«Abbiamo collaborato negli anni perché il servizio di ristorazione scolastica fosse utile ed efficiente - scrivono in una lettera indirizzata a Comune e Ames - ma non siamo stati ascoltati».
Le famiglie propongono che vengano analizzate le schede di valutazione dei comitati mensa abbinando primi poco graditi a secondi molto graditi e viceversa. «Questo consentirebbe di mantenere la varietà dei cibi, ma diminuirebbe la probabilità di ritrovarsi un bambino digiuno da 8 ore all'uscita di scuola». Propongono poi di «diminuire zuppe e paste integrali a favore di pasta bianca e riso» certi di andare a cozzare contro i più moderni principi nutrizionali, ma pratici: spesso certi alimenti «finiscono interamente nel cestino». Inoltre si chiede che i genitori possano richiedere liberamente il pasto bianco e non solo tre volte al mese, garantendo una maggiore rotazione dei cibi, soprattutto quelli poco graditi.
Infine contro i furbetti e contro gli sprechi sottolineano la necessità di un conteggio dei pasti più efficiente, con un confronto tra i bambini presenti a scuola e i pasti richiesti.
Capita infatti che qualcuno disdica il pasto e poi lo consumi ugualmente, oppure che gli esenti dal pagamento del buono anche quando assenti non disdicano il pasto, incrementando lo spreco.
La parola passa ad Ames: il rischio è che il prossimo anno il pranzo al sacco sia molto più diffuso.
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