«Chi mi ha denunciato lo ha fatto davvero per proteggere i ragazzi?»

Venerdì 21 Aprile 2017
«Chi mi ha denunciato lo ha fatto davvero per proteggere i ragazzi?»
Fiorenza Pontini tornerà al lavoro, a partire dal prossimo 26 maggio: non più con mansioni di insegnamento, ma con incarichi amministrativi presso l'Ufficio scolastico regionale.
È il risultato dell'accordo siglato ieri mattina tra i rappresentanti del ministero dell'Istruzione e i legali dell'insegnante che, la scorsa estate, finì nell'occhio del ciclone per via di una serie di frasi razziste e xenofobe pubblicate sul suo profilo Facebook, aperto a tutti. La professoressa, all'epoca in servizio al liceo Marco Polo di Venezia, fu sottoposta ad un procedimento disciplinare che si concluse dell'inizio dell'anno con il suo licenziamento. Provvedimento che gli avvocati Paolo Seno e Mario Rigo hanno impugnato di fronte alla sezione lavoro del Tribunale, sostenendo che la sanzione è del tutto spropositata rispetto alla violazione contestata, la prima in tanti anni di insegnamento. L'accordo è stato ufficializzato di fronte al giudice Margherita Bortolaso, la quale, in assenza di un compromesso tra le parti, avrebbe dovuto decidere sulla richieste di reintegro della professoressa Pontini. Invece il ministero ha accettato di rinunciare al licenziamento, sostituendolo con la sospensione dal servizio per sei mesi. E la professoressa ha accettato di tornare al lavoro con un diverso incarico, in modo da non dover tornare a contatto con gli studenti, evitando il riaccendersi di polemiche. Computando il periodo di sospensione già scontato, prenderà servizio all'Ufficio scolastico regionale a partire dal 26 maggio, con un incarico adeguato al suo profilo professionale di laureata.
«Ringrazio i miei avvocati per la competenza, professionalità e umanità con la quale mi hanno assistito, portandomi a questa vittoria - ha dichiarato ieri l'insegnante, a conclusione dell'udienza - Per me inizia una nuova vita: mi mancherà soprattutto il rapporto con i ragazzi, ma in questo modo posso girare una brutta pagina. Ringrazio anche i tanti amici e colleghi, ma anche i comuni cittadini che mi scritto esprimendomi vicinanza e solidarietà».
Nel corso della precedente udienza la docente si era scusata di fronte al giudice, scoppiando in lacrime, per le frasi postate su Facebook: Bisogna eliminare anche i bambini dei mussulmani tanto sono tutti futuri delinquenti; Speriamo che affoghino tutti che non se ne salvi nessuno (a proposito dei migranti), Mi dispiace che qualche profugo si salvi, Almeno morissero tutti; Bruciateli vivi, Ammazzateli tutti.
«Era un momento di grande angoscia - si è giustificata - Era appena stata uccisa dai terroristi la mia amica Valeria Solesin ed ero rimasta sconvolta. Disperata di fronte agli avvenimenti che si erano verificati in quel periodo. Mi rammarico di essere stata troppo ingenua nel non proteggere il mio profilo Facebook, limitando l'accesso soltanto agli amici. Ma non ho nulla da rimproverarmi: chi mi conosce, i miei studenti, sanno che in tanti anni di insegnamento sono stata un'educatrice corretta, equilibrata. Ho sempre seguito i miei alunni con puntualità e sensibilità».
Ottenuto il reintegro in servizio la professoressa ha voluto esprimere una «nota di biasimo» nei confronti della persona che ha denunciato i suoi post («lo ha fatto davvero per il bene dei ragazzi?») e della dirigente scolastica, dichiarando che «prima di procedere nei suoi confronti avrebbe dovuto informarsi meglio sui miei precedenti 30 anni di insegnamento».
A carico della professoressa Pontini è ancora pendente l'inchiesta aperta dalla Procura per istigazione all'odio razziale, procedimento nel quale l'insegnante è difesa dall'avvocato Renato Alberini.
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