Casinò, direttore escluso dalle trattative sindacali

Domenica 4 Dicembre 2016
I sindacati minacciano sciopero e dalla trattativa viene escluso il direttore generale, che invece è il primo a dover partecipare. All'appuntamento nei giorni scorsi si sono presentati il presidente del Consiglio di amministrazione Massimo Salvalaio e l'assessore al Bilancio Michele Zuin. Lo sciopero che era stato proclamato per giovedì (due ore) è stato evitato, ma i sindacati si sono spaccati anche perché, fuori della porta, hanno lasciato pure la Cgil, che non è stata invitata come del resto Ugl e Sgb.
Ma dov'è, dunque, questa crisi che anche la Giunta Brugnaro invoca per giustificare la difficoltà di fare investimenti sul territorio, se il Comune può permettersi di pagare un direttore generale del Casinò perché non lavori? In realtà Eros Ganzina forse fa pure troppo considerando che il Consiglio di amministrazione voleva gestire le deleghe operative senza bisogno che il sindaco nominasse un direttore generale. Il sindaco, invece, ha ritenuto che il Casinò avesse bisogno di un organico completo ai vertici per poter essere rilanciato. In primavera è arrivato Ganzina, e un mese fa ha ricevuto un richiamo disciplinare dal CdA perché aveva deciso di nominare un collaboratore per tre mesi che lo avrebbe dovuto affiancare nelle trattative coi sindacati; per il Consiglio non era opportuno perché si trattava di un croupier sindacalista (ex Ugl, oggi Cgil). Così il croupier è rimasto fuori della porta, dove hanno lasciato Ganzina, secondo la Cgil, forse perché «aveva manifestato disponibilità al confronto su temi che da mesi i sindacati sottopongono all'attenzione dell'Azienda».
E i temi da affrontare che fine hanno fatto? Oltre all'organizzazione del lavoro, alla questione slot e giochi ai tavoli verdi, in ballo ci sono una serie di pensionamenti per ridurre gli organici e le spese. Secondo i sindacati si potrebbe utilizzare l'articolo 4 della legge Fornero ma per il Comune è una procedura troppo costosa e quindi è stata respinta. Per i rappresentanti dei lavoratori, invece, è conveniente e la Cgil sostiene che, «dati alla mano, consentirebbe economie per 400 mila euro nel 2017 e per 2 milioni di euro a regime». Sia come sia, ormai è tardi perché la possibilità di mandare in pensione la gente con quella legge scade il 31 dicembre.
Ma al di là delle schermaglie tra Azienda e lavoratori, la questione di fondo è se il direttore generale vale, e quindi lo devono far lavorare, oppure no e allora tenerlo a busta paga diventerebbe uno spreco di denaro pubblico.
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