Botte a San Marco La voce dei camerieri: «Turisti, clima teso»

Mercoledì 31 Agosto 2016
Dalle parole alle botte per un tavolino. È successo domenica sera a San Marco, e ora i camerieri della Piazza raccontano le loro sensazioni.
Ne parla Claudio Gherghel, 25 anni, romeno, cameriere proprio in quel TotoBar/Eden teatro dell'aggressione di domenica sera. Claudio si è intromesso per difendere il collega di 22 anni, A.K., bengalese, dalla furia di una famiglia olandese.
«Stavamo piegando le tovaglie per chiudere il locale, erano le 23.45 - ricorda Claudio - quando ai tavolini esterni si sono sedute alcune persone con cibi e bevande, alcune acquistate nella vicina gelateria Bravin». I due locali confinano e per i turisti è facile sbagliarsi e scambiare il plateatico del Totobar, con 50 tavolini, per quello della gelateria. «Abbiamo spiegato che i tavolini sono per i clienti del nostro locale - riprende il cameriere - come facciamo sempre. Si sono alzati tutti, tranne quella famiglia, un gruppetto di sei persone».
Dal racconto del cameriere romeno, il suo collega bengalese avrebbe insistito per farli andar via, senza successo, sentendosi rispondere: «Ma qual è il tuo problema? Che fastidio diamo se non c'è nessuno?» Poi una parola di troppo, uno sguardo di traverso, ed è scoppiato il putiferio. «Il mio collega voleva che raccogliessero una bottiglia di vino che avevano sotto il tavolo - prosegue Gherghel - ma si sono rifiutati dicendo che non era di loro proprietà, e doveva raccogliersela da solo. Così lui ha cercato di allontanarla con i piedi, quella bottiglia, che è rotolata sul piede della moglie olandese».
Quel che ricorda poi il cameriere è il capofamiglia che alza una sedia con fare minaccioso verso il bengalese. «Ho afferrato la sedia - riprende il venticinquenne - cercando di sfilarla dalle mani dell'uomo. Nel frattempo i due figli olandesi, sui vent'anni, si sono avvicinati ad A.K. per picchiarlo, così mi sono intromesso di nuovo, allontanandoli. La moglie però gli è arrivata alle spalle ed ha iniziato a colpirlo alla nuca con pugni e sberle». In quel momento non c'erano agenti nei paraggi, e la famiglia, una volta sfuriata, avrebbe cercato di darsela a gambe.
«Li abbiamo seguiti fino alle Zattere, dove siamo stati raggiunti dalle forze dell'ordine. Quando sono stati fermati i sei turisti erano senza documenti, li hanno recuperati in un secondo momento nell'hotel in cui alloggiavano». Per A.K. questa è la seconda stagione lavorativa al TotoBar/Eden, ma per Gherghel è la quinta. «Turisti maleducati come quest'anno non li avevo mai visti - conclude - succede spesso di riprendere persone che si siedono con cibi e bevande al sacco o provenienti da altri locali, può cascare la parola di troppo, lo sgarbo, ma non si arriva mai alle mani come invece è accaduto domenica sera».
La vicenda ha preoccupato anche altri camerieri dei caffè storici in piazza. «Può capitare il maleducato o la testa matta», afferma Roberto Ferronato, cameriere del Florian che ricorda come la situazione in Piazza corra sul filo del rasoio, tra venditori abusivi e turismo bivaccante. Sul suo profilo Facebook Ferronato ha postato l'articolo dell'aggressione pubblicato da "Il Gazzettino", commentando: «Ora mi faccio il porto d'armi». Solo una provocazione, conferma, ma non senza una punta di preoccupazione.
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