Baretta: «Roma non può decidere se Venezia non riesce a fare sintesi»

Venerdì 22 Settembre 2017
Sui rapporti tra Governo e Venezia non confondiamo gli eventuali ritardi con una disattenzione che non c'è mai stata. Indubbiamente su questioni come le grandi navi è sempre viva la paura di sbagliare. Ma più in generale, in relazione a questa città, il problema del Governo è quello di mettere insieme una strategia o confrontarsi su un disegno compiuto. Capace di fare sintesi di più punti di vista, e tenere conto dei diversi aspetti di una realtà urbana comprensiva di Venezia, Mestre e Marghera, che a mio parere devono restare unite. Invitato ieri a confrontarsi con il Consiglio di municipalità di Venezia, Murano, Burano su crocieristica, emergenza abitativa e flussi turistici, il sottosegretario Pierpaolo Baretta ha esordito precisando che i rapporti istituzionali tra il Governo e un'amministrazione comunale democraticamente eletta esulano dal colore politico. E se Venezia si è scelta un sindaco, la sua posizione non può essere ignorata. E ha continuato richiamando il patto per Venezia, i 110 milioni per la viabilità di Marghera e i 65 inseriti nelle ultime due leggi di bilancio per la manutenzione della città. Spesso su Venezia il dibattito a Roma non arriva a una sintesi - ha poi lamentato il sottosegretario all'Economia - Pensiamo al Mose, dove le opinioni sono e restano differenti. Con simili premesse, il timore di commettere errori è fin troppo ovvio. Sulla legge speciale, ad esempio, consiglierei di tenerci quella che già abbiamo migliorandola, anziché puntare su qualcosa di completamente nuovo. E sulle grandi navi da crociera - ha concluso Baretta - chi deve decidere, decida una volta per tutte. A costo di interrompere provocatoriamente il loro passaggio in bacino San Marco, per porre fine ai tentennamenti.
Vettor Maria Corsetti
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