Anticorruzione, ma solo per i dipendenti

Venerdì 24 Febbraio 2017
Le misure contenute nel piano triennale di prevenzione della corruzione riguardano i dipendenti comunali e non gli amministratori. Riguardano il Comune di Venezia e non le società partecipate o controllate, con le quali si vive, in fatto di trasparenza, una situazione di vuoto amministrativo. Questa, in sintesi, la risposta della responsabile anti-corruzione del Comune di Venezia Silvia Asteria con il funzionario Franco Nicastro ai consiglieri di minoranza del Pd e Movimento 5 Stelle. Apprezzata la chiarezza e il lavoro di approfondimento fatto nella stesura del piano, Andrea Ferrazzi (Pd), Davide Scano ed Elena La Rocca (M5s) lo collegano alle accuse di conflitto di interessi rivolte al sindaco, dalle nomine nelle partecipate fino al recente caso del ricorso al Tar di Porta di Venezia contro il Comune sulla questione delle bonifiche ai Pili. Provocazioni che non colgono nel segno, perché della giunta non si fa vivo nessuno, e che rimbalzano sui muri di gomma dei tecnicismi del piano. «Su un tema di tale importanza il sindaco e i componenti della giunta non si fanno vivi accusa Ferrazzi - e  mandano due incolpevoli funzionari che ci spiegano gli straordinari risultati del coinvolgimento motivazionale  dei dipendenti del Comune attraverso una metodologia giapponese. Una farsa». Il sistema giapponese in sperimentazione, illustrato da Nicastro, è una delle novità del piano che in molti ci stanno copiando e che punta a mappare tutti i singoli processi comunali. «Altra novità aggiunge Nicastro - è il controllo postumo su concorsi, concessioni, sussidi o contributi economici». Ferrazzi chiede quindi se esista l'obbligo di segnalare il conflitto di interessi anche nel caso in cui coinvolga un amministratore: «E la presenza di dipendenti di aziende di proprietà del sindaco nei Cda di aziende pubbliche si configura come conflitto di interesse?». Ma Asteria chiarisce che la legge anticorruzione non ha come destinatari i politici ma solo i tecnici (è la struttura burocratica a poter ricadere nel fenomeno di corruzione). Scano fa le pulci al sito comunale e alle società partecipate. E Nicastro parla di un vuoto amministrativo: «Sono società nostre ma siamo due parrocchie diverse. Non abbiamo potere sanzionatorio e l'unico obbligo che abbiamo, nei loro confronti, è quello di fare promozione. Ma ci hanno assicurato che, sull'anticorruzione, collaboreremo».
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