Amo, dedicato a Venezia «Questa è una città unica»

Venerdì 2 Dicembre 2016
Amo, dedicato a Venezia «Questa è una città unica»
Un ristorante da 15 anni tre stelle Michelin (Le Calandre) a Rubano (Pd); un annesso bistrot (Il Calandrino) con tanto di pasticceria d'autore; e, di fronte, un negozio di alimentari da leccarsi i baffi (In.gredienti); un altro ristorante (La Montecchia, anche quello stellato) dentro l'omonimo golf club a Selvazzano Dentro (Pd); il Gran Caffè Quadri, con la sua doppia (anzi, tripla) anima: ristorante gourmet al primo piano (una stella Michelin), bistrot d'autore al piano terra, bar esterno, anche questo affacciato sulla Piazza con la p maiuscola - più bella del mondo; infine, da tre anni, il Caffè Stern a Parigi, altra giovane insegna di successo a Montparnasse.
Dunque, di fronte all'ultimo nato di casa Alajmo, il nuovissimo Amo, bar-caffetteria-pasticceria-bistrot-ristorante disegnato da Philippe Starck al piano terra del T-Fondaco dei Tedeschi a due passi - ma proprio due - dal Ponte di Rialto a Venezia, la domanda (anzi, più domande) sorge spontanea: non vi bastava il piccolo impero che già avevate? Che significato, quali ambizioni e quali obiettivi si propone questa nuova apertura? In assenza di Massimiliano Alajmo, chef geniale e instancabile, il più giovane cuoco della storia ad ottenere (a soli 28 anni) la terza stella Michelin, al lavoro nel laboratorio-Calandre, lo chiedo a Raffaele, il fratello, l'uomo del marketing, direttore e supervisore di tutto, mentre va in scena la festa notturna, e molto veneziana, di apertura, con l'affollatissimo banco centrale dove Nico Rebesco prepara cocktail che vano a ruba e il banchetto di Mauro Lorenzon che apre un'ostrica dopo l'altra, e i vassoi colmi di qualunque bontà che escono dalla cucina in un'autentica celebrazione della gola e del (buon) gusto. Abbiamo tanto, è vero spiega Raffaele -, ma non ci fermiamo. Il gruppo vuole crescere, internazionalizzarsi. In questo quadro Venezia è l'unica città italiana dove investiamo, perché secondo noi è la più internazionale delle città italiane. Il nostro rapporto con Venezia è diventato speciale e quando ci hanno proposto il Fontego non abbiamo avuto dubbi: oltretutto essendo già qui con il Quadri, un'azienda da 70 dipendenti, rendeva tutto più facile. La nuova apertura, fra l'altro, ha creato altri 30 posti di lavoro, per un totale di 100.
- Quali obiettivi vi ponete?
- Behdi lavorare, ovviamente sorride Raffaele -. Ma, soprattutto, quello che vorremmo è che grazie anche alla nostra presenza, lo spazio a piano terra del Fontego diventasse un luogo di ritrovo per i veneziani, una nuova piazza. In questo senso abbiamo in progetto, a breve, delle formule rivolte ai nostri clienti locali.
- In menu ci sono parecchi piatti studiati appositamente
- Sì, questo non sarà un Calandrino bis, e abbiamo preparato, anche dal punto di vista del menu, un progetto apposito con molte creazioni nuove.
Cosa vi aspetta dunque da Amo, tutti i giorni, dalle 9 del mattino a mezzanotte, in questo luogo di grande bellezza e dopo esservi concessi un'imperdibile visita alla terrazza all'ultimo piano? Di tutto. Qui ogni desiderio (o quasi) sarà appagato. Una lunga lista di caffè e cappuccini e cioccolate in tazza, i tè integrali, gli infusi di frutta fiore erbe, i nettari e i succhi di frutta, i croissant di tutti i tipi e le torte (quella con cioccolato, panna, caffè e marroni è fra le più golose), i tramezzini, i toast e le pizzette al vapore. All'ora di pranzo si va dalla Battuta di carne cruda sulla corteccia con salsa leggera al fumo a tre tipologie di pizza - al vapore, croccante al forno o croccante in padella -, dal Cappuccino alla Bolognese alla Parmigiana di melanzane, dagli Spaghetti aglio, olio e peperoncino di Amo al Tonno di dentice con caviale e salsa d'alghe, fino a dessert come il Bignè alla crema allo zafferano e polvere di liquirizia o la Pazientina padovana. A cena, poi, spariscono le insalatone, si allunga la lista delle pizze, dei primi e dei secondi e c'è qualche leggero ritocco al listino, all'insù ovviamente. Per un pranzo veloce (primo e dolce, più un calice e caffè) si può stare dentro i 30/35 euro, per una cena più completa si sale sui 60/70 e oltre (vini esclusi).
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