Affitti ai turisti, una app li fa aumentare

Venerdì 20 Gennaio 2017
Cinquantaquattromila abitanti, quasi 30 milioni di turisti all'anno, ma c'è un app che promette di attirarne ancora di più. Sweetguest è sbarcata a Venezia e promette di ottimizzare la visibilità di chi affitti attraverso Airbnb.
Un sogno per chi affitta case ai turisti, un incubo per i veneziani, che alla sola idea di trovarsi le calli ancora più intasate rabbrividiscono. L'obiettivo della app è chiaro: Contribuire all'evoluzione del settore del turismo, grazie a componente tecnologica e sharing economy, per ricevere più prenotazioni possibili, valorizzando le zone del paese non sfruttate pienamente, spiega la nota diffusa a mezzo stampa. La start-up mira a fornire un servizio di intermediazione tra ospiti e proprietari, permettendo di monitorare prenotazioni e guadagni tramite un'app dedicata. «Il servizio - spiega l'azienda - è pensato anche per multi proprietari e property manager che vogliano sfruttare un ulteriore canale di visibilità. Specialmente Airbnb. Venezia è una delle città su cui puntiamo i riflettori: siamo di fronte a uno dei luoghi più belli del mondo e grazie a Sweetguest vogliamo aiutare questo territorio a crescere ancora di più dal punto di vista turistico».
Snocciolando quindi dati: in nove mesi di attività sono state gestite 5mila prenotazioni e 12mila ospiti. A commentare la notizia è Matteo Secchi, fondatore di Venessia.com: «Si sfiora la comicità, andiamo sul cabaret, anche se più che ridere c'è da arrabbiarsi - sbotta - Mi tocca anche accendere la sigaretta per calmarmi. Sono stufo che mezzo mondo sfrutti il nome di Venezia per fare i propri affari. D'accordo, siamo in una società libera e libero mercato, si faccia ciò che si vuole, ma a livello etico c'è rabbia: qui viene gente da tutto il mondo per far soldi con il nome della mia città».
Secchi si esprime quindi anche sul discorso tecnico: «Mi spiace, ma queste società se vogliono usare il nome di Venezia dovrebbero pagare un mucchio di soldi. Se davvero dicono di voler aiutare la città, che donino il 10% dei guadagni per aiutare il tessuto socioeconomico che stanno invece contribuendo a distruggere». Non risparmia nessuno, Secchi: «È ora che Venezia cominci ad esser padrona del suo destino con regole specifiche. Da veneziano sono stufo di aspettare Regione, Ministeri, Stato e Comunità Europea: ci stanno distruggendo sfruttandoci». Non manca una sua proposta: «Visto che dobbiamo subire tutto questo, chiedo l'indennità del veneziano: 2mila euro al mese per sopportare tutti i disagi come gente nelle scale a tutte le ore e affittacamere improvvisati».
Tomaso Borzomì
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