«Vittima di legali e testimoni» E querela tutti

Martedì 21 Febbraio 2017
TREVISO - Aveva chiesto, attraverso il proprio legale, di sottoporre i testimoni alla macchina della verità, ma il giudice disse no perché non previsto nell'ordinamento giudiziario italiano. Il processo andò avanti e il 69enne Raffaello Marzola venne assolto dal giudice Michele Vitale dalle accuse di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Ma al pensionato non è bastato. E ha presentato un esposto denuncia contro un testimone, un poliziotto e due degli avvocati che lo avevano assistito. I primi due per aver raccontato bugie, e i legali per infedele patrocinio (ci sarebbe un ulteriore esposto nei confronti di un sostituto procuratore). Il procuratore Michele Dalla Costa, esaminate le contestazioni, ha chiesto l'archiviazione di tutte le accuse, ritenute ingiustificate. Ma Marzola non si è arreso e si è opposto. E così finirà davanti alm giudice dell'udienza preliminare quello che il tribunale è è chiamato il processo della macchina della verità.
Al centro del caso originario quanto avvenne, nel dicembre 2009, nell'ufficio di Poste Italiane in piazza Vittoria. Per l'accusa il 69enne, furioso per non aver ricevuto un pacco, andò in piazza Vittoria per chiedere spiegazioni, finendo con lo scagliarsi contro un agente di polizia che riportò lievi lesioni, andando a sbattere contro una vetrata.

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