Violenza privata: condannato a tre anni e quattro mesi

Mercoledì 7 Dicembre 2016
Non poteva sopportare che la figlia, appena ventenne, avesse una relazione sentimentale con un uomo di 30 anni ma soprattutto italiano. E così il papà della ragazza, kosovaro, ha deciso di mettere fine a quell'amore, passando alle vie di fatto. Ha aspettato il compagno della figlia all'esterno del ristorante dove lavora, con la ragazza, e lo ha minacciato con una pistola.
Sono i comportamenti che sono costati una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione a un kosovaro, 43 anni, di Treviso. L'uomo, difeso in aula dall'avvocato Alessandro Sartore Caleca che ha annunciato ricorso in appello, era chiamato a difendersi da ipotesi d'accusa che andavano dalle minacce aggravate alla violenza privata, dal porto abusivo di armi in luogo pubblico alla ricettazione perché la pistola, che gli era stata trovata addosso, era risultata rubata a Mira.
Al centro del processo un episodio che risale all'agosto scorso quando il 43enne, come epilogo dell'ennesimo dissidio familiare, decise di ricorrere alle maniere forti. L'obiettivo? Far finire i rapporti tra la figlia e il cameriere italiano. I due si erano conosciuti nel ristorante dove lavoravano. E subito era scoccata la scintilla dell'amore. Quella relazione però non era vista di buon occhio dal padre della giovane il quale per settimane aveva tentato di convincere la figlia a lasciar perdere. Di fronte al rifiuto della 20enne di troncare quel rapporto, il padre ha deciso di passare alle vi di fatto: la sera del primo agosto, dopo aver minacciato la figlia con un coltello e aver tentato i aggredire il 30enne, si è presentato al ristorante dove la coppia lavorava e ha atteso l'uscita del cameriere italiano. La figlia, temendo che il padre potesse fare del male al fidanzato, ha chiamato i carabinieri che sono giunti sul posto nel giro di qualche minuto. I militari hanno così sorpreso il 43enne all'esterno del locale armato di una pistola risultata rubata a Mira qualche tempo prima. Per l'uomo sono così scattate le manette per quattro diverse ipotesi di reato, le stesse per le quali ha rimediato la condanna inflitta ieri mattina dal giudice dell'udienza preliminare Umberto Donà.

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