«Verrà revocato il comodato d'uso concesso dal commissario alla prefettura per accogliere i profughi nell'area di via Ca' Zane, perché la nostra priorità è quella di dare una sede adeguata alla Protezione Civile». Parole chiare quelle del neo eletto sindaco Stefano Bosa, che si è già attivato per risolvere il problema sentito dai cittadini: l'adesione allo Sprar, (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) durante il commissariamento del Comune, nonostante la contrarietà della maggioranza dei resanesi manifestata con cartelli di protesta, e con la nascita del comitato Resana vuole decidere da sola!. I profughi, in base a quanto deciso dal commissario, potrebbero arrivare già durante l'estate. Ma Bosa ha il potere di fermare il progetto. «Giovedì insieme ai sindaci neo eletti ci sarà l'incontro in prefettura e parleremo anche di questo - annuncia Bosa - A Resana la Protezione civile non ha una sede adeguata per riunioni e custodia attrezzature, a questo sarà adibita l'area di via Ca' Zane». Bosa non avrebbe voluto anticipare nulla sulla questione. «Attualmente non c'è ancora un'amministrazione insediata, vorremmo coinvolgere tutto il consiglio comunale su una decisione così importante» spiega il primo cittadino. Ma l'ex sindaco Mazzorato, che dal 1 luglio siederà all'opposizione come capogruppo della civica Il Sindaco dei Veneti ha chiesto a Bosa risposte immediate, in una lettera: «Intendete aderire allo Sprar, così come voluto dalla prefettura e dal senatore Conte?» è una delle domande poste nero su bianco. I rapporti con Bosa partono già tesi. «Dispiace per l'atteggiamento di Mazzorato- dichiara Bosa - Ho già incontrato sia lui che il consigliere comunale ed ex vicesindaco Valter Stecca, per cercare una condivisione. Stiamo studiando tutte le soluzioni possibili per tutelare i cittadini. Stecca ha capito e ha condiviso la proposta di coinvolgere tutto il consiglio comunale. Mazzorato invece, nonostante gli abbia già detto direttamente cosa faremo, ufficializzando la proposta in Consiglio, non ha capito che è finita la campagna elettorale e vuole continuare a strumentalizzare la questione per avere ancora visibilità».
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