Vanga, badile e giardinieri: argine pronto per i nuovi salici

Martedì 28 Marzo 2017
Vanga, badile e giardinieri: argine pronto per i nuovi salici
TREVISO - (ef) Li aspettavano al varco anzi, sul greto, ieri mattina. Idealmente schierati. Bellicosi come neanche i vecchietti con i cantieri. E gli operai del settore ambiente di Ca' Sugana non li hanno certo delusi. Camioncino d'ordinanza, vanga e badile, hanno prima transennato l'area poi iniziato, come conferma l'assessore al verde Alessandra Gazzola, i lavori ai Buranelli. La task force del salice era forse un po' delusa: E cosa ci inventiamo oggi? avranno pensato. Tanto che qualcuno ha preso un bel granchio, per rimanere in habitat acquatico. Perchè tra le miniruspe che stavano lavorando vicino al Cagnan c'erano due alberelli smilzi smilzi. E' lì che il senso di osservazione e soprattutto la cultura botanica ha avuto la meglio: come è possibile sostituire Gigi e Mario con queste due pianticelle anoressiche? E la Treviso da cartolina? E il turismo dei selfie? Altro che Rinascimento: l'oscurantismo culturale di questa amministrazione sta finalmente venendo alla luce. Sfregio, dramma, tregenda. Ci vuole una mozione, no ci vuole un'ordinanza, no ci vuole la rivoluzione, danno man forte i followers online. Tranquilli ragazzi: ci vuole solo il giardiniere. Che, se arriva, vi spiega che quelli non sono salici, ma alberi di rinforzo. E che i salici, quelli della famosa collezione, saranno on the road o meglio, on the river, questa mattina al più tardi. «Ieri -spiegano da Ca' Sugana- gli operai hanno lavorato per lo sbancamento, dovendo rinforzare il terreno e verificare la tenuta. E oggi arriveranno gli alberi». Del resto l'assessore aveva parlato molto chiaro Abbiamo il dovere di preservare la bellezza dei Buranelli». Per farlo bisogna considerare la giusta distanza dal muretto, rinforzare gli argini e scegliere una misura che sia coerente con gli spazi. Gigi e Mario bis arrivano già con un carico di aspettative non da poco. Loro che in fondo avrebbero solo voluto stare nell'ombra. E che invece dopo l'Ulivo e la Quercia, potrebbero diventare il nuovo albero della politica trevigiana.
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